Giorni di febbraio

Momenti strappati dal calendario del libro dei giorni, il diario del tempo è fatto di neve che si scioglie e sole che torna…

Giorni di febbraio

Svegliarsi per bere un sorso di latte o mezzo bicchiere d’acqua, prima che faccia giorni, con i piedi nudi sugli scalini freddi e la stufa che borbotta sommessa

I raggi del sole sulle palpebre e tenere gli occhi ancora chiusi e sorridere, rotolarsi fra le coperte come gatti che sonnecchiano nella luce del mattino che entra dalle finestrelle della soffitta

Caffè lungo, lunghissimo; capelli arruffati; programma C veloce, a 40°, della lavatrice con i vestiti di ritorno dal viaggio che fanno mucchi colorati e aspettano pigri il loro turno

Svuotare lo zaino e lasciare qualcosa nelle tasche, come sempre, prima di appenderlo al suo gancio, dietro la porta, in attesa di nuove partenze

Sentirsi finalmente pronti per salutare il Natale e smontare l’albero per costruire al suo posto un castello di cartone

Lasciar andare il ragù, che lentamente si raddensa, in una pentola di coccio sulla fiamma della stufa

Cinciallegre e passeri che ancora cercano i semi che mettiamo loro ogni mattina, un corvo solitario oltre una siepe e, ieri sera, il verso di un allocco, solitario nella notte silenziosa e per niente fredda, con un cielo di velluto immenso di stelle

Tu che ridi mentre io ti faccio notare un aereo che attraversa il cielo nel buio, mi guardi e dici “sembra un po’ una stella, così rotondo”, e sì, è vero, sembra un po’ una stella

Il cacciavite, non quello di plastica no, quello vero, per lavorare sul serio

I sonnellini, i libri belli da lasciare sul davanzale e prendere andando su e giù per le scale; le bacche rosse della cotonastra

all’orizzonte le montagne tornano del loro solito rosso paglierino che contrasta con l’azzurro sterminato del cielo, una sfumatura unica che forse nemmeno esiste fra i colori conosciuti. Eppure è proprio così, se guardi bene riesci a distinguere ogni singolo albero, il tronco bianco e i rami verso l’alto, tutti stretti stretti, uno all’altro, e in mezzo radure di prato ancora coperte di neve.

In giardino il bianco si scioglie. Appare la prima pratolina da sotto la neve, stropicciata, con le punte dei petali rosa, e all’improppivo la primavera sembra già sulla porta di casa, insieme ai nuovi germogli delle rose e le radici di un ramo spezzato di miseria, trovata su un vialetto e messa in un bicchiere, che forse fiorirà.

Carlos Soria, alpinista: in vetta a 80 anni

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Carlos Soria è un alpinista spagnolo e il 5 febbraio 2021 ha festeggiato 82 anni. Operato al ginocchio, ora ha una protesi. Dice di se stesso: sento l’energia di mani e piedi che se va. Ed è per questo che mi alleno.
Questa primavera uscirà dalla sua casa di Avila diretto all’aeroporto di Madrid dove prenderà un volo per il Nepal diretto al grande gigante bianco, il Dhaulagiri.
“Voglio farlo per la memoria di tutti gli anziani morti durante la pandemia”.

Negli ultimi vent’anni, cioè da quando ha compiuto 60 anni d’età, Carlos Soria scalato 11 delle 14 cime più alte al mondo.
Se riuscirà, come desidera, a scalare il Shishapangma in Tibet il prossimo autunno sarà record mondiale.

 

1 febbraio 2021, colpo di stato in Birmania

In Myanmar c’è un colpo di stato. Su Wikipedia hanno già creato una nuova pagina,
Colpo di Stato in Birmania del 2021
“è stato un colpo di Stato militare messo in atto dalle forze armate birmane la mattina del 1º febbraio 2021 per rovesciare il governo di Aung San Suu Kyi, che è stata arrestata” (e attualmente non si sa dove sia)

Nel frattempo sul viale principale della città una ragazza fa lezione di aerobica. C’è da dire che in Asia è frequente (con grande stupore di noi occidentali). Accade ovunque, di solito la mattina e al tramonto. Qualcuno arriva, in un parco o in una piazza in cui lo spazio lo permetta, e accende uno stereo collegato a una cassa: inizia l’ora della ginnastica e chiunque, gratuitamente, può unirsi.
In questo caso la lezione diventa virale. Perché sulla stessa strada dove Khing Hnin Wai, insegnante di aerobica, si muove a ritmo di musica iniziano a passare i convogli militari.
Il golpe è in atto. Il video riprende.

Essere proprio lì, nel posto giusto al momento giusto.
Là dove accade la Storia.
E non vederla.
Suona ironico. O magari notare qualcosa fuori posto con la coda dell’occhio ma non farci poi troppo caso, quante volte succede.
La realtà ci avvisa e invece andare oltre, proseguire come niente fosse.
E intanto niente è più uguale, ma tu fai finta che sia un giorno come un altro.
Ignori i rumori e anche il tuo sesto senso che ti direbbe di muoverti, fare qualcosa.
Agire un gesto imprevisto invece di rispettare il programma.

Uscire dalla zona di comfort a volte è anche questo, il coraggio di interrompere il programma
e agire. E per farlo, guardarsi intorno e chiedersi che cosa accade nel mondo, intorno a noi.

Perché in fondo non c’è maggior cecità che vedere solo ciò che accade a noi stessi

2 febbraio, Candelora

Candelora, scopro che il mio disfare l’albero proprio in questi giorni ha un senso antico. Proprio per Candelora era tradizione togliere il presepio, data simbolica della fine del periodo di Natale.

Nel mondo cristiano con la Candelora si ricordano la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione di Maria: nel mondo ebraico in base alle leggi di purità le donne seguivano un bagno rituale trascorso un certo periodo dopo il parto. Era, in un certo senso, il ritorno nella società,al quotidiano e agli spazi percorsi e abitati dopo la bolla in cui si è stati immersi nel tempo della nascita.

Che cosa affascinante, il fatto che queste regole di purità trovino un corrispettivo. Alla liturgia cristiana si sovrappongono le celebrazioni dell’antica Roma a Giunone e prima ancora, quando Februus in Etruria era signore della morte e dell’oltretomba. Si portavano fiaccole accese per le strade invocando protezione dalle malattie e guarigione.

Nell’anima delle candele sottili, tremolanti nel buio delle chiese cristiane ortodosse, brucia il fuoco dei grandi ceri offerti a Giunone. Fra il popolo dei Celti la festa di Imbolc segna il cambiamento della luce, fine dell’inverno e inizio di un nuovo periodo: l’arrivo della primavera. Fra diversi popoli al mondo il calendario inizia in primavera. Febbraio visto da questa angolazione diventa, quindi, spazio di confine, chiusura e riapertura di un ciclo: il grande ciclo del tempo, l’anno.

Madonna della Candelora dell’inverno sèmo fòra ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro

Ovvero…

“Se p’a Cannelore ne chòve ‘u virne se ne more”… se a Candelora non piove, l’inverno muore<