Passeggiate autunnali

Hai mai sentito l’effetto che fa camminare fra le foglie secche e lanciarle in aria? Oggi mi chiedevo questo mentre uno piccolo mi insegnava a entrarci dentro in quei mucchi di foglie, calpestarle e viverle, lanciarle per aria, buttarle addosso, farle cadere. Non importa la polvere, non importa lo scompiglio: è il caos che ci porta i messaggi più importanti, l’energia più intensa.

Accade ancora di fermarsi ad ascoltare il suono di un bosco intero che cade, una foglia dopo l’altra?

Quello delle foglie che cadono è un suono che abbiamo dimenticato. Anche in città succede a starci bene attenti, solo che in parte è coperto dai rumori di sottofondo, in parte non c’è abbastanza spazio. Ci vuole molto silenzio e molti alberi perché la magia accada. Tu ti fermi. Proprio in mezzo al bosco. Poi ascolti. Prima una, poi un’altra: è un intero bosco a cadere, una foglia dopo l’altra. Una pioggia di foglie, una pioggia di giallo. Oggi hai fatto questa scoperta dalla prospettiva della tua nuova postazione; arrampicato sul ramo di un albero con un bastone scuotevi i rami e mi chiamavi a vedere questa bizzarra pioggia autunnale fatta di foglie, rumore e colore.

Abbiamo trovato nomi come “forest bathing” e “barefoot” e li abbiamo trasformati in trend, in realtà camminare nei boschi e andare a piedi nudi per il mondo è una delle attività più antiche del mondo, un’azione così ancestrale che nasce all’inizio del mondo. Abbiamo lasciato alla scuola il compito di ricordarci la natura e le stagioni invece possiamo chiederci come vogliamo vivere noi il Tempo, che cosa vogliamo metterci nel nostro di tempo. Anni fa Peter Gray nel suo meraviglioso libro “Lasciateli giocare” ci raccontava che sono sempre di più i bambini inglesi lontani dal contatto con la natura. Abbiamo lasciato fuori dalla porta di casa la polvere, il fango, i vestiti strappati, i piedi sporchi, gli animali e i peli, i giochi che creano caos, i pericoli, le unghie nere, le sbucciature, la terra nelle suole.

Eppure, mai ci sentiamo così liberi come quando respiriamo l’aria a pieni polmoni, passo dopo passo, tornando verso casa con le foglie nei capelli e nel naso l’odore della stagione con tutti i suoi profumi, così diversi in ogni luogo e periodo dell’anno.

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Pubblicato da

Maddalena De Bernardi

Giornalista freelance e web writer, scrivo di qualità della vita. Ho un dottorato in etnosemiotica con un progetto di ricerca sui riti di cura. Da qualche anno vivo in un borgo dell'Appennino modenese e mi occupo di resilienza, educazione, meditazione

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