Mattine d’estate

Se tu ti svegliassi molto presto
in un mattino di metà estate
sentiresti le api
nel silenzio profondo
a cercare nettare dai fiori, operose
fra i cespugli
montagne che si illuminano al sole
tutti dormono, una ghiandaia vola via
i passeri a gruppetti
indisturbati nei giardini dove le case hanno finestre ancora chiuse
è tutto un frullare d’ali e ronzii nell’aria
a quest’ora
saresti l’unica persona in giro,
eppure sarebbe impossibile sentirsi soli,
perché fra le cose della natura sei solo l’ultimo che si è svegliato
e se ti avvicini molto
vedrai i bombi e le piccole api dentro i fiori di quei cespugli misteriosi che, ho scoperto, vengono chiamati Lacrime d’italia, il sole che entra fra i rami del noce, i gatti a caccia di topi
un gallo canta in lontananza
il sibilo degli irrigatori automatici
e poi fare il caffè, forse riaddormentarsi, aspettare il sole

Mattine d’estate: impressioni strappate da una pagina del calendario di una mattina d’estate qualunque in un’estate qualunque nell’Appennino, dobbiamo tenercele strette le istantanee di questi momenti e aprire gli occhi e allora quando le vedi, all’improvviso, scriverle sul cuore per non dimenticarle

La luce del mattino è inconfondibile, dentro ha l’energia del mondo che si sveglia e del sole che arriva dando un nome a tutte le cose.

Intanto in estate ovunque è tele di ragno.

L’albero della vita al centro ha un ragno, raccontano le tradizioni antiche. Al centro della tela c’è la creazione: Dio si trova nel centro, là dove i raggi della ruota si uniscono vicino all’asse e nel corpo là dove si uniscono i vasi sanguigni, racconta la Bhagavad Gita.

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