La noia

Oggi ci siamo un po’ annoiati, eh?

〰️ Davvero?! Non è stata una bella giornata per te mami?

No, non volevo dire questo. È che non abbiamo fatto niente, proprio nulla. Ed è piovuto sempre e non siamo neanche usciti di casa…

〰️ io mi sono divertito. Mi è piaciuto tutto quello che ho fatto

Oh, bè allora ne sono felice.

〰️ Sì, tutto. Mi è piaciuto tutto quello che abbiamo fatto…

Non so bene di cosa sia stata fatta questa giornata; mi ricordo lo svegliarsi presto prestissimo alle 6.30, quando il cielo è ancora scuro e arrabbiato, il latte caldo e il caffè, io che oggi non lavoro e allora mi metto a leggere un libro che volevo iniziare mentre fuori continua a tempestare; tu che mi detti un messaggio per papà e imposti la macchina da scrivere; la tua lavagnetta a cristalli liquidi, che ami moltissimo – spieghi – perché non ti fa usare mille fogli di carta; tu e papà che vi arrabbiate e poi tornate vicini, a parlare con calma come se mai prima aveste perso la pazienza. La carbonara che io non amo e voi sì, il caffè, lo skate che ormai tutti temiamo di prendere nelle caviglie mentre si lavano i piatti, la pioggia che scroscia, i gatti che escono a esplorare chissà dove e rientrano a sera fradici; Kukla che dorme nel pouf e papà che nessuno dal sonnellino lo sveglia più; leggere ad alta voce, un libro dopo l’altro, senza sosta; un gomitolo di lana azzurra e provare a fare due file di punti con il ferro che hai trovato tu, un libro che mi hanno inviato, gli esperimenti culinari di papà. Lo scotch carta, una sedia e una scopa da unire insieme, un’officina sotto il tavolo; una catenina morbida cte se uno la muove può essere usata per creare sagome e allora giochiamo a inventarne una a testa. Il bagno caldo, gli schizzi, le bolle.

Addormentarsi quasi nel piatto e una gatta che ti viene a dormire a fianco 

oggi mi è venuto in mente che la verità sulla noia è tutta un’altra rispetto quella che ci raccontiamo. La noia è importante, crediamo e spergiuriamo.
Ma della noia abbiamo anche un po’ paura, di sicuro il timore che si nutre per chi non si conosce davvero.

Sì, perché annoiarsi implica avere tempo e il tempo è diventato merce rara.
Non si può annoiarsi a scadenza, per quindici minuti o mezz’ora: o meglio si può, ma l’effetto è differente. La vera noia implica l’abitudine di sostare in un territorio ampio e selvatico, come erano una volta le giornate dei bambini, perse fra prati interminabili o il quartiere cittadino, da sapere passo a passo.

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