Stavo per scrivere la pazienza che ci vuole per crescere, poi mi sono fermata un attimo bene a pensare. E mi sono accorta che non era “pazienza” la parola che stavo cercando: era fiducia.
Stasera c’era uno che ha detto una cosa di cui si è subito pentito: io non voglio imparare a scrivere, non mi piace. Noi non abbiamo detto niente. La luna sorrideva fuori dalla finestra, io ho preso in silenzio gli spazzolini da denti e poi, con il solito paio di libri già letti e stra-letti sottobraccio, ce ne siamo andati a letto, su per le scale di legno scricchiolanti, gradino dopo gradino.
Mentre lui si arrampicava posizionando libri e lanterna, io ho aperto la scatola dove sono raccolte le lettere colorate che il nonno V ha ritagliato nel compensato leggero e dipinto una a una. Ho cercato le lettere che componessero la prima parola che mi è venuta in mente. Perché in fondo se è vero che funziona l’esempio più che il dire, anche noi potremmo e dovremmo soffermarci a tirar fuori parole, ispirazioni, idee: prenderle da dentro per farle fiorire in noi. Dopo tutto si chiama imitazione: è così che iniziamo davvero a crescere, a imparare, guardando le fioriture di chi ci sta intorno.
Io ho scritto SOGNO con le lettere colorate, stasera sul muro. Perché, mi chiedi tu. Perché sognare è la cosa da non dimenticare. Sognare è importante e crescere sognatori la più importante di tutte.
Leggiamo? Mi dici. E mentre io leggo di orchi la pagina che mi indichi, tu trascini sul letto il piccolo pianoforte giocattolo. Mentre io snocciolo parole tu improvvisi una sonatina: bella! Esclamo io. Perché improvvisi un motivetto interessante. Ti fermi come soprapensiero, con un sorriso, e dici: quando imparerò a leggere vorrei leggere anche la scrittura musicale. Ti piacerebbe imparare a leggere le note? Sì, rispondi serio tu. Potrai farlo, se vuoi.
Può accadere, ciò che vogliamo accada. Non c’è fretta.
Soprattutto, non ci deve essere paura. Paura che non accada, intendo. Perché in fondo il timore è il più freno grande. Quando abbiamo fretta allora ci dimentichiamo di GIOCARE e se perdiamo il gioco perdiamo la partita. Perdiamo il sendo dell’avventura e della scoperta; quando abbiamo fretta coloriamo le mele come quei due nel giardino della regina, impegnati a colorare di rosso le rose bianche. Gridiamo “Non c’è tempo! Non c’è tempo!” e ci affanniamo, stabiliamo regole e obiettivi. Invece per crescere non ci sono regole, per imparare non ci sono obiettivi: tutto accade quando è il momento. Non si può ordinare a una mela di maturare e cadere. Si può solo avere pazienza. E sì, fiducia.
Assistere alla crescita di un seme, un albero, un sogno, una persona – a qualsiasi età – è il più grande atto di fiducia. Un seme scompare nel buio: sembra morto. Invece dopo mesi, ecco che riappare: pensa che magia per gli esseri umani all’inizio del mondo. Ancora oggi lo è, un autentico miracolo, notare gli stessi fiori che ritornano negli stessi luoghi, così vulnerabili e tenaci, invincibili. Anche vedere la crescita di un essere umano è un incredibile atto di resa alla fiducia: non ci sono tempi, in verità, non ci sono tappe. C’è solo lo scoglio del nostro giudicare che a volte è una tentazione continua, invece mordersi la lingua.
Va tutto bene così. Non ti affannare. Goditi ogni attimo. Ricorda di andare verso ciò che ti fa battere il cuore di felicità, il resto accadrà.
Imparare la fiducia è una grande lezione di vita, forse la più difficile e splendida di tutte.