Prima domenica di maggio

Tornare dal mare la mattina, tra le spighe di orzo selvatico e i campi grandi con il grano ancora verde e basso, i trattori, gli alberi antichi che nessuno pota più di fianco alle case coloniche abbandonate

il filo di un’unica strada, sottile, che si dipana dai lidi marini fino in città come un gomitolo di terra nell’azzurro della giornata

i pranzi della domenica, con le nonne che hanno già apparecchiato e i nipotini attesi che corrono facendo chiasso per le scale

i parchi cittadini, lo stesso odore di erba appena tagliata che c’è ovunque in primavera

l’odore della pelle dopo la doccia e le creme profumate, i tramonti lenti dietro le tapparelle, la nuvole di pioggia che se ne vanno via all’orizzonte, il sole che scompare tra i petali dei fiori

il rumore delle posate preparando la cena

l’inizio di una nuova settimana nell’aria

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