Una storia tutta italiana: il rito dell’aperitivo in Italia

Il primo sorso di aperitivo nasce a Torino. Nel 1786, Antonio Benedetto Carpano crea il vermouth, un vino aromatizzato con erbe e spezie ispirato a una tradizione antica.

La sua miscela segreta conquista l’aristocrazia e diventa presto la bevanda preferita per prepararsi alla cena, da sorseggiare al Caffè Mulassano e al Caffè Fiorio.

È il 1860: a Milano Gaspare Campari inventa il bitter che porta il suo nome: un liquido ambrato, denso, profumato d’arancia amara, china e spezie. Nasce il Caffè Campari in Galleria Vittorio Emanuele, ritrovo di artisti, scrittori e musicisti. La celebre bottiglietta verrà disegnata da Fortunato Depero nel 1932.

Da qui, nel primo Novecento, prende forma un drink che unisce le due anime del Nord: il Milano-Torino, composto da bitter milanese Campari e vermouth torinese.

Si racconta fu l’arrivo dei primi turisti americani in Italia a creare la prima variazione sul tema: una spruzzata di soda ed ecco l’Americano, più leggero e fresco.

Poi una nuova trasformazione..Negli anni Venti, a Firenze, il conte Camillo Negroni entra nel Caffè Casoni e chiede qualcosa di più deciso. Il barman Fosco Scarselli prende un Americano e sostituisce la soda con il gin. Nasce così il Negroni: vermouth rosso, bitter (Campari), gin. Diventerà il “Negroni sbagliato” a Milano, negli anni Sessanta, con il vino bianco frizzante al posto del gin.

Oggi è il World Aperitivo Day ed è incredibile pensare che la storia dell’aperitivo la dovremmo studiare a scuola e dovrebbe essere su una pagina del libro di storia insieme al talento di imprenditori visionari e fabbriche che hanno scritto la cultura e la storia del Novecento in Italia.

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