Solstizio d’inverno

La notte più lunga dell’anno ci ha portato la meravigliosa sorpresa di un cielo incredibilmente blu e il sole che brilla.

Stamattina mentre bevevo il caffè di fronte alla finestra guardavo un merlo. Era un merlo maschio, nero come la fuliggine e con il becco arancione. Suli tuffava nella siepe a beccare le bacche della cotonastra che nell’ ultima settimana, in un attimo, si è rivestita di millemila bacche rosse. Ogni volta che la guardo sorrido della sua bellezza, i suoi cambiamenti seguono le stagioni e ci colgono sempre di sorpresa: in primavera nel giro di due settimane si ricopre di minuscoli fiori bianchi profumatissimi e diventa rifugio per le api, in inverno è amata dai merli e il rosso delle sue bacche tra il verde delle foglie è l’unica nota di colore nel giardino spento.

Ieri con il piccolo T. cercavo storie del solstizio. Abbiamo trovato l’antica lotta del Re Quercia e del Re Agrifoglio che combattono per il Tempo dell’anno. Agrifoglio è una delle piante simbolo di questo periodo: sotto un ramo di agrifoglio ci si bacia. Con l’agrifoglio si confezionano ghirlande e decorazioni.

È inverno. Nella natura il tono pacato della terra è ravvivato solo dallo smeraldo intenso dei sempreverdi, abeti e pini, e dal rosso delle bacche come l’agrifoglio e la rosa canina. Verde e rosso, i colori delle feste di Natale.

Re Agrifoglio domina il tempo dell’inverno. Si conclude l’autunno, che un tempo era il momento dell’ordine e delle provviste da mettere a posto. In medicina cinese autunno è collegato ai polmoni, al metallo e alla pulizia. Ora entriamo nell’inverno, che la medicina dell’antica Cina collegava all’acqua, ai Reni e alla Vescica. Le piogge e la neve del tempo invernale nutrono le sorgenti e la terra che ne farà tesoro nei periodi più secchi.

A San Clemente, una chiesa di Roma poco lontano dal Colosseo, i sotterranei ci raccontano la storia di un bambino nato con nel solstizio d’inverno che diventa promessa di nuova luce, rappresentato da ragazzo come un pastore con un agnello sulle spalle. È Mitra. Lì, nel mistero della roccia, e della storia, in questa chiesa scorre ancora la sorgente, simbolo di acqua e vita, dove ci si fermava a lasciare una preghiera. Secoli dopo, la storia va avanti. La Storia si stratifica e non cancella la precedente. Esattamente sopra al livello della sorgente e del mitreo si trova l’altare cristiano di questa basilica, dove ancora, millenni dopo la gente si ferma a contemplare e pregare.

Nei monumenti megalitici sparsi nel mondo in modi e luoghi che ancora non siamo riusciti del tutto a capire il sole continua a indicarci strade di luce, come all’inizio del mondo. Ieri sera c’era una bellissima notte stellata e il cielo di un blu liquido e leggero. In Svezia nevica, a Kabul e in Giappone non ancora; nel Nord più a nord che possiamo pensare è il giorno più buio, una notte che inizia già dalla mattina.

Eppure, il buio del giorno del solstizio ci sta già portando la nuova luce che verrà. Re Quercia si volge verso il sole, i nuovi germogli sono lì: sotto la neve, promessa nella pioggia. Il solstizio d’estate ci accompagna verso l’ombra, il solstizio d’inverno verso la luce. Come le cose della vita: non si rivelano mai come sembravano. Impariamo dall’inaspettato. Perché questo spesso ci insegna la natura: niente è come sembra.

STAMPA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *