Perdersi al fiume

Il rumore dell’acqua,
prepotente, incessante, soverchiante.

All’inizio il fiume ha una voce sottile sottile,
da lontano è solo un fruscio tra le foglie.
Le pozze piene di rane dello scorso anno si sono seccate.
Terra secca e bianca, rami che graffiano di spine.
Fiori gialli selvatici ovunque.

Perdersi al fiume
rumore di acqua,
il sole sulla pelle e la luce forte negli occhi
mentre li riparo con la mano.
La geografia del cambiamento ha disegnato un nuovo paesaggio
Si fatica a riconoscere le linee precedenti e
ogni anno accade di nuovo.
Il fiume diventa differente dal vecchio se stesso,
metaforfosi costante.

Sassi che rimbalzano sull’acqua,
il cane che nuota più sicuro e si lascia andare nella corrente.
Ragazzini a caccia di fossili
si lanciano giù per le briglie
l’inizio dell’estate sembra un tuffo in un tempo infinito.

Il fiume ci ricorda che tutto è cambiamento, la geografia una storia che evolve ogni istante, scritta e riscritta sulla nostra pelle.

STAMPA

Pubblicato da

Maddalena De Bernardi

Giornalista freelance e web writer, scrivo di qualità della vita. Ho un dottorato in etnosemiotica con un progetto di ricerca sui riti di cura. Da qualche anno vivo in un borgo dell'Appennino modenese e mi occupo di resilienza, educazione, meditazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *