24 giugno, festa di San Giovanni

I fuochi nella notte
San Giovanni, notte di streghe e preludio estivo.

Solstizio d’estate, i giorni di maggio e giugno quando le sere sono infinite e la luce arriva al suo massimo per poi ricadere nell’ombra: l’estate è già finita diceva mia nonna scrutando i tramonti di luglio alla finestra.

Acqua di san Giovanni la rugiada sui fiori di campo, la camomilla da raccogliere per le tisane. Iperico giallo da raccogliere ai bordi delle strade di montagna quando il sole è al massimo, coperto di olio e messo sui davanzali per tutta l’estate.

24 giugno, San Giovanni, le noci per il liquore nocino, quello fatto in casa che si berrà il prossimo inverno. I fuochi che bruciano sul mare, le leggende antiche e l’estate che vibra di nuovi inizi. Odore di fiori di campo nell’aria e scogli marini ancora ricoperti di petali che saranno presto portati via dall’afa, sole che brucia.

Durante la notte del solstizio, il 21 e la notte fra il 23 e il 24 giugno, giorno che la tradizione cristiana ha dedicato a San Giovanni, si celebrano da sempre riti antichi. Oggi ci sono fuochi d’artificio, spettacoli del fuoco e mascheramenti, come la Notte delle Streghe di San Giovanni in Marignano, dove un intero paese si mobilita in una grande festa collettiva. Ma tu devi immaginare un mondo molto più buio e dove aleggia l’oscurità si nasconde anche il mistero di tutto ciò che sfugge alla vista e si affida agli altri sensi, tutto ciò che sfugge al controllo e diventa territorio dell’incontrollabile.

Un tempo all’alba del giorno di San Giovanni, 24 giugno, ci si andava a rotolare, nudi nei campi. L’acqua era simbolo di purificazione e non in senso spirituale, quanto per il corpo. La rugiada, che già nell’antica Roma si credeva avesse proprietà di cura, si pensava guarire da malattie della pelle come la rogna.

Questo è il periodo in cui i prati si ricoprono dei mille colori dei fiori selvatici, di cui oggi abbiamo dimenticato le tante proprietà. Fra le “erbe di San Giovanni” che per tradizione si usava raccogliere la sera precedente, ovvero nella notte tra il 23 e il 24 o alle prime luci dell’alba, ricoperte di rugiada, ci sono: artemisia, lavanda, valeriana, potentilla, aglio, malva, prezzemolo, vinca minor, sambuco, rosmarino, felce, betonica e iperico, cui ci si prepara l’olio di San Giovanni.

Abbiamo una lampada di consapevolezza, che possiamo accendere in qualsiasi momento. L’olio di quella lampada è il nostro respiro, i nostri passi e il nostro sorriso pacifico.
Thich Nhat Hanh

Queste sono le notti con la luce più lunga dell’anno. Le ore di luce sono al massimo. Eppure, dentro la luce si nasconde l’ombra, dentro il buio la luce. A partire da questo momento gradualmente l’ombra giorno dopo giorno si espanderà, lentamente e inesorabilmente. L’inizio dell’estate è il momento in cui viene tagliato il grano. Nelle campagne dell’Emilia Romagna si usava raccogliere 24 spighe di grano da conservare per tutto l’anno fra le pareti di casa, come portafortuna.

“Un tempo sospeso, una porta fra i mondi”, scrive Alessandro Sistri nel volume “La notte delle streghe” raccontando la festa di San Giovanni in Marignano. In giugno c’erano le feste per il raccolto, dove si incontravano tutti e che diventano scenario di strette di mano, danze, promesse di matrimonio, patti d’affari. In questo punto dell’anno c’è il luogo di confine tra la fine e l’inizio.

Un po’ come la vita, l’estate segna il culmine della potenza, ma anche il graduale procedere del viaggio verso l’autunno, una nuova stagione esistenziale

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