Torna il cucù

all’improvviso
stamattina

cucù… cuucù

è tornato a farsi sentire, come ogni primavera
il suono proviene dallo stesso punto in cui si sente da sempre,
un posto imprecisato fra gli alberi, oltre i meli in fiore nel prato di fianco alla chiesa
uno spazio d’aria custodito dalle montagne,
così verdi in questa stagione che rinasce

torna il cucù,
cucco cucù cuculo

«Canta il cucco sulla quercia nera
ricordati padrone che è primavera»
recita un detto antico dell’Italia del sud,
il suo canto dice che è primavera.
Nella Germania contadina di secoli fa
quando il cucù si sentiva di nuovo cantare
per chi lavorava la terra
era tempo di ricevere fondi per le campagne

è il tempo dell’amore
quello segnato dal cucù,
forse anche quello dei cucù di legno.
Abbiamo creato un segna tempo per ricordarci che
del movimento del Tempo
solo
vale la pena
quello che
ticchetta l’amore

il cuculo con il suo canto segna il territorio
tenetevi alla larga, dice.
Deporrà un uovo, simile agli altri di cui invade il nido
poi se ne va, senza l’impegno di crescere i piccoli o scovare cibo

solitario
all’inizio dell’estate
vola già
sulle rotte dei cieli d’Africa

solo, sì
solo. Perché il cuculo migra da solo
solo arriva, all’inizio di primavera
solo se ne va, all’inizio dell’estate.
I piccoli, ormai giovani uccelli adulti
se ne andranno alla fine dell’estate
attraversare il mare per la prima volta mentre l’autunno inizia,
soli anche loro
con una mappa che non sanno di sapere,
imparata chissà come dalla misteriosa saggezza del dna

dalla mattina all’alba fino a sera
canta il cucù. E nelle campagne un tempo si diceva
non si sa quanti anni viva
– vecchio come un cucco –
un numero incalcolabile di tempo,
forse perché da soli
si perde il conto
degli anni.

Chissà se è stato il suo fischio a
ispirare
uno dei primi giochi dell’umanità
il cuco.

Impastati nella terra, cotti nei forni d’argilla
cuchi antichissimi
ritrovati nelle tombe di bambini nati millemila anni fa,
nell’antica Grecia
e poi in Inghilterra
cuchi messi nella cappa del camino,
in segno di buona sorte
un cuco nella culla dei neonati, tradizione bavarese
affinché l’aria si faccia melodia di vita e
gli spiriti del male scappino via,
così si racconta al Museo dei Cuchi di Cesuna,
frazione del comune italiano di Roana, in provincia di Vicenza

Adolescenza

Stagioni della vita: adolescenza,
tempo dei grandi ideali e dei grandi dolori.
Da adolescenti è il sogno a guidare l’azione,
sognare l’innesco per la realtà

Adolescenza,
irrequietezza e ricerca della felicità.
Grandi amori.

Da adolescenti si cerca di capire se stessi
l’amore diventa la freccia verso il cuore,
non solo in senso romantico, ma
strumento per trovare se stessi e
come una freccia scavarsi,
trovare il centro
andarci verso quel centro

provare, provare tutto e di tutto
sperimentare la vita,
questo vuole ogni adolescente
e i genitori hanno paura,
perché spesso la paura verso chi si ama
supera ciò che noi stessi abbiamo desiderato:
passione, amore, sperimentazione

da adolescente vuoi capire la vita e la vita è pericolosa
l’amore è pericolo,
sperimentare il pericolo è sobbalzo per il cuore
esperienza per la mente.

Mai come in altri momenti dell’esistenza si sente il pericolo
si vuole comprendere il dolore.

Di un altro ci si innamora per una luce che vediamo splendere nello sguardo
e allora la scintilla prende fuoco. Andremmo fino in capo al mondo per amore,
da giovanissimi

abbiamo bisogno di guardarci dentro nell’anima e tirare fuori il fango,
guardare nell’oscurità,
ci innamoriamo di chi è oscuro perché
abbiamo bisogno di vedere nella nostra oscurità

(per) comprendere il dolore del mondo

vedere il peggio e provarlo
sperimentare
accanirsi, contro se stessi contro il mondo o contro tutti e tutto

come hai potuto farti così male?
non sei migliore o peggiore del resto delle persone,
più magri o più grassi, più bassi o alti, intelligenti quanto basta, ma
coraggiosi al punto da
autodistruggersi

gli adolescenti,
non visti,
mai creduti
sviliti

sappi che non importa se nessuno ti vede.
Quando inizierai a vederti tu,
allora guarirai

il senso di vuoto che senti
immenso
l’ho sentito anche io.

Il corpo ci insegna
attraverso i vuoti
le emozioni che cacciamo via.

Hai bisogno di amore,
desideri equilibrio e calore.
Ci vorranno anni, sì.
Va bene così, ripetilo
anche quando non ci credi:
va bene così.

Tutto è dalla tua parte,
anche il dolore che senti
anche lo squilibrio
anche il vuoto

imparerai a stare in equilibrio
grazie
a
squilibri
precari

entrare in relazione con il dolore

adolescente,
vuoi che qualcuno veda la tua anima,
ricorda che tu puoi essere la prima persona a
vedere
te

allo specchio
guardati come se non ti conoscessi.
Perché è così,
non ti conosci.
Guardati con gentilezza,
come faresti con chi ami

perché guardiamo sempre gli altri generosamente
e mai noi stessi?

E poi, il cambiamento.
Da adolescenti si cambia,
improvvisamente
totalmente.
In realtà, non solo durante l’adolescenza ma in ogni periodo della vita
si cambia quando osiamo farlo.
Tutto il resto del mondo continua a considerarti come ha sempre fatto.
Difficile è accettare il cambiamento di qualcuno se
non osiamo accettare il cambiamento in noi stessi,
più facile e comodo lasciare che le cose vadano avanti come sono sempre andate.
Quando ti dicono “non sei più la stessa persona di prima”
tu ricorda di dire, agli altri e a te:
per fortuna.

Grazie alla vita, che
ci fa cambiare
trasformarci
evolvere.
Grazie agli incidenti, che non solo mai solo di passaggio bensì un passaggio
grazie al dolore che ci sveglia
grazie alla bellezza che ci soccorre
grazie alla curiosità e al viaggio, che ci salvano
grazie a tutto ciò che ci è servito per imparare a nuotare e stare a galla

quando diciamo grazie a noi stessi già cambia qualcosa nella percezione
quando ti dici grazie includi e non dividi

SEI UNA DONNA
SEI UN UOMO
questo significa trasformarsi da bambin* in adult*
hai varcato quella soglia
guardati con fierezza e orgoglio
celebra le tue trasformazioni
celebra le tue perfette imperfezioni

avrai “periodi” diversi
di abiti, vestiti, capelli
modi di essere, pensare e agire
va bene così,
per crescere abbiamo bisogno di sperimentare

con il senno di poi, a quarant’anni vedrai quanto eri pieno e piena di insopprimibile bellezza
tu fallo ora, celebrati. Qualsiasi sia il momento della vita, ovunque ti trovi

La tua metà esiste, è dentro di te e
non l’hai ancora vista
ci metti tutta la vita a incontrarla
non avere fretta
va tutto bene

ci saranno cose che non accadranno
adesso
o non accadranno mai,
va bene così
portale con te,
nella valigia dei giorni
c’è tutto quello che ti è accaduto e
tutto ciò che non è successo,
tutto quello che può ancora accadere
ti plasma

ricordati che ci saranno giorni in cui l’inquietudine e l’infelicità
toglieranno il respiro.
Proprio quando sentirai di non respirare più,
andrai a cercare dove respirare di nuovo
il tuo orizzonte

una domanda da farti è

dove voglio andare?

Autunno nella medicina cinese

Autunno, stagione del cabiamento. Secondo il sapere millenario della medicina cinese l’autunno corrisponde all’elemento metallo.

In montagna è il momento in cui la legna tagliata viene messa via per l’inverno. In giardino si spazzano via i resti di terra. Si taglia tutto ciò che è sfiorito, si piantano i bulbi che fioriranno la prossima primavera. Oggi una sconosciuta signora ci ha regalato i semi presi dalle bocche di leone: dice che, piantati ora o nella stagione primaverile, crescono ovunque. Le foglie che cadono si perdono nella madre terra e si fondono con il terriccio e l’erba, si reintegrano i sali minerali e le sostanze nutritive.
Nell’aria odore di muschio e legno.

Oggi è il primo giorno d’autunno, tempo di equinozio e di luce che muta.
Trasformazione, la parola dell’autunno. Come la natura in queste settimane, con il sole che viene e va fra le nuvole; le maniche del primo maglione preso dall’armadio tirate su, per giocare ancora un po’ con l’acqua e le piante. Foglie da raccogliere e guardare, ognuna diversa nelle sue sfumature.

In medicina cinese sono associati all’autunno i polmoni. L’energia vitale, che in Cina è chiamata qi, è soffio che passa attraverso i polmoni. Respiro. Il battito del cuore è il comando dell’imperatore e i polmoni i ministri che disciplinano e direzionano a tutto il regno la volontà dell’energia vitale.

Dopo l’estate è il ritiro in se stessi. Introspezione, momento per guardarsi dentro. Ri-connessone.

Emozione dell’autunno la tristezza. Chi è più sensibile può avvertire un senso sottile di angoscia, la malinconia della luce che diminuisce, abbandono. È il senso della fine, che è più facile dimenticare quando il sole è alto ma poi torna dentro ogni cosa quando appare nel suo essere effimero.

La fine ci prenderà, ecco la lezione della luce, che è destinata a diminuire da qui a dicembre, fino a spegnersi. Ma la fine è anche il momento che ci porta alla resa dei conti. Mentre facciamo pulizia, in casa e in giardino, togliamo il vecchio dalla mente, tagliamo i rami secchi dalla nostra vita.
Facciamo spazio per ciò che deve venire. In questo sta, forse, l’inizio della trasformazione: accade là dove c’è spazio vuoto per fiorire.

Esercizi di memoria

Le estati dell’infanzia
Quel momento proprio no
La colonna sonora dei tuoi viaggi
L’ostacolo
La(le) grande(i) svolta(e)
L’orizzonte sognato
La finestra a cui vorresti affacciarti

e poi
quello che diresti all’orecchio di te stesso
adolescente
quello che ti direbbe all’orecchio te stesso
bambino

un segreto mai confessato

il messaggio che lasceresti al mondo di domani

il ricordo del cuore che ancora ti fa piangere
o sorridere

Esercizi di memoria per esercitare la resilienza: partire per un viaggio nel tempo dove ritrovare frammenti di se stessi che credevamo perduti. Ricucire insieme ricordi è un atto di magia

I giardini del muschio rosa di Takinoue in Giappone

Takinoue-hokkaido-giappone
Takinoue, prefettura di Hokkaido in Giappone

Nella prefettura di Hokkaido i giardini rosa di Takinoue in primavera

Il nome Takinoue, che letteralmente significa “sopra alla cascata” in lingua Ainu Takinoue è detto “Ponkamuikotan”, il “villaggio dei piccoli dei”.

fioritura-giappone
Ricordi di un angolo di primavera, 2014 Credits: instagram/shu_photographs
Moss phlox primavera giappone
Credits: instagram/shu_photographs

Fiori di primavera: trifoglio rosso

“Trifoglio rosso” o “trifoglio violetto”, ha sfumature accese come un piccolo sole all’alba. Il trifoglio dei prati, Trifolium pratense, annuncia la primavera perché è tra i primi fiori a spuntare sui prati alla fine dell’inverno.

Succhia i suoi petali e sentirai un sapore dolce dolce. Puoi raccoglierlo e unirlo all’insalata, darà colore e ricchezza al piatto. Oppure impasta un formaggio caprino fresco con un cucchiaio di olio, aglio, una manciata di foglie tritate e i petali di qualche fiore di trifoglio: la ricetta di primavera per una crema da stendere sulle bruschette.

Fra gli effetti benefici del trifoglio rosso l’azione antiossidante degli isoflavoni, fitoestrogeni in grado di agire positivamente sulla salute della prostata, abbassare il colesterolo, alleviare i dolori mestruali e i sintomi della menopausa. Di questa piccola pianta dei prati i druidi conoscevano le proprietà calmanti e disintossicanti. Il trifolium pratense aiuta la respirazione e lo stomaco allontanando disturbi gastrici e malanni come la tosse. Sotto forma di impacco, calma la pelle.

Trifolium, tre foglie: inconfondibile la sua forma. La pianta si sviluppa rapidamente ed è usata nelle rotazioni agrarie per rigenerare il terreno. Il trifoglio può rimanere dormiente persino anni e poi all’improvviso sbocciare, quasi su qualsiasi terreno. Raccolto durante la bella stagione, diventa profumato foraggio per l’alimentazione delle mucche.

Plinio il vecchio nella sua opera “Storia naturale” racconta che le foglie del trifoglio si alzano leggermente quando sta per arrivare la pioggia. Chi si addormenta su un prato di trifoglio potrebbe incontrare un elfo, narrano le leggende nordiche. E se indossi un quadrifoglio, dice la tradizione inglese, potresti riuscire a trovare l’ingresso per il magico regno delle fate.

Trefoil è uno dei simboli dell’Irlanda, shamrock, in gaelico seamróg, trifoglio giovane. Con i fiori di trifoglio fra i capelli si brindava per poi gettare il fiore nell’ultimo sorso di whisky e lanciarlo dietro la spalla sinistra: drowning the shamrock, rito beneaugurante. Nel Settecento il trifoglio diventa simbolo della lotta per l’indipendenza irlandese.

Una delle specie più comuni è il trifolium repens: trifoglio bianco, noto come trifolium ladino o rampicante, amatissimo dalle api. Usa i suoi fiori nella frittata oppure lasciali macerare nel vino. Anticamente, i petali di trifoglio venivano seccati, polverizzati e uniti alla farina.

dalla “Flora dell’apicoltore lombardo”, pubblicata sulla rivista “L’Apicoltore” nell’anno 1873.

“Fra le moltissime specie di trifoglio l’apicoltore deve conoscerne tre che tanto per la loro diffusione, come per la quantità di miele che somministrano riescono d’una importanza non comune. Le tre specie sono: il Trifoglio pratense, o di Lombardia, o di Stiria, il Trifoglione, o incarnato, ed il Trifoglio ladino, o cavallino, o domestico”

La primavera del signor Kuroki

Toshiyuki Kuroki giardino

Il signor Kuroki era sposato con la signora Kuroki da cinquantasei anni.
Ma Yasuko Kuroki un giorno si ammala e nel giro di una settimana diventa cieca.
Cade nella depressione. La vita senza vedere il mondo perde il suo senso e la gioia.

Allora il signor Kuroki decide di trasformare il mondo per sua moglie.
Pianta alcuni semi di shibazakura, quello che in Europa chiamiamo muschio rosa, che del muschio non ha nulla se non l’effetto di una magica distesa di soffice colore. I nativi americani Mahuna usavano il “moss phlox”, che i botanici conoscono come “Phlox subulata” per curare i reumatismi.

È una pianta perenne, capace di sopravvivere tutto l’anno, anche d’inverno quando fa molto freddo perché è molto tenace. Ma è quando arriva la primavera che dà il meglio di sè. Allora, si sveglia e fa mille piccoli fiori. E ogni fiore parla. Sì, perché le piante non hanno parole uguali alle nostre.
L’alfabeto delle piante è fatto di colori e profumi. I piccoli fiori di shibazakura hanno un profumo dolce-dolce. E allora non importa se Yasuko Kuroki non può vedere il loro colore meraviglioso, lei si siede sulla panchina del suo giardino insieme al suo vecchio ragazzo, Toshiyuki Kuroki. E respira.

Quando arriva la primavera a Shintomi-cho, nella prefettura di Miyazaki in Giappone tutti vanno nel giardino dei signori Kuroki, negli anni la voce si è sparsa così tanto che arrivano tante e tante persone, anche dalle regioni vicine.
A RESPIRARE IL ROSA perché il bello di questi prati è che sono tutti rosa. È stato studiato che il colore rosa calma la mente, aiuta chi soffre di cuore, ci rende più ottimisti. Forse sarà per questo che associamo questo colore all’amore, all’amicizia, all’ottimismo e alle cose belle che ci fanno sorridere. Alla felicità.
Il signor Kuroki lo sa, la felicità per crescere ha bisogno di cura, pazienza. E tanto amore.

kuroki-felicita

signori-Kuroki