Ricordi degli anni Ottanta, un pezzo di storia d’IItalia.
Che cosa hanno significato per te? Tu dov’eri e cosa facevi?
Esercizi di memoria del cuore…
Anni Ottanta
La moda anni Ottanta che la vedi adesso nelle foto ti viene da ridere,
i costumi sgambati, i costumi sgargianti e improponibili dei cantanti
le video lezioni di aerobica di Jane Fonda e i completini da palestra in calzamaglia e la fascia sulla fronte.Le fotografie, quella grafica che vista ora è molto accesa e un po’ sfocata. Le polaroid da sventolare all’aria, gli appassionati di fotografia in famiglia con la macchina in manuale che papà non ti faceva toccare mai e la pellicola che a volte si inceppava.
E poi mettersi in posa, sempre di tre quarti, e aspettare il giorno in cui ritiravi la busta colorata piena di fotografie da sfogliare. E che rabbia quelle sfocate o scattate per sbaglio, che adesso dentro ci trovi certi piccoli tesori.Le mattine dai nonni quando a scuola non andavi ancora. I vecchi film in bianco e nero in tv e il segnale dell’interruzione, all’improvviso
il monoscopio,
i canali che erano tanti quanti i tasti del telecomando, nove e anche meno.Le sale giochi con il tavolo da ping pong e il pugno a punti,
i ragazzi del muretto,
quelli più grandi,
che si baciano vestiti in jeans con i Ray Ban in tasca.
La permanente e le nonne giovani,
dal parrucchiere il sabato mattinaI giochi dei bambini, Il dolce forno Harbert e il cubo di Rubik
Le figurine
Subbuteo e la tribù di capo Toro della girella Motta.
I libri con la grafica così anni Settanta che arrivavano da una prozia in scatole con vecchi giocattoli, dal fascino così grande e bizzarro perché dentro ci sentivi la storia di anni passati da poco ma inevitabilmente andatiI telefilm, che per una mezzora entravi in un mondo diverso, a volte al di là dell’oceano
Tre nipoti e un maggiordomo, i Robinson, AliceDallas e Dinasty,
la pubblicità Barilla con la bambina in impermeabile giallo che trova un gattino sotto la pioggia e poi,
tempi che corrono, il bambino cinese che arriva in famiglia e lo spaghetto mangiato succhiandolo fra le dita,
che l’importante è stare insieme ma già la famiglia si è fatta più piccola rispetto ai grandi clan delle cascine e delle case coloniali dell’Italia contadina degli anni CinquantaLe cene della domenica sera dai nonni
La moda della taverna, che fino agli anni Settanta ci si stringeva vicini vicini nella stanza più grande e dopo gli anni Novanta forse non ci sono state più le riunioni familiari così colorate e chiassose,
il filo della famiglia tenuto insieme dai nonni che ora non ci sono più e i bambini ancora piccoli