Antenate e antenati

Immagino il nome di una mia bisnonna, lo stesso che porto io per caso; immagino mio nonno che chiama sua nipote e intanto pronuncia sua madre.

Immagina i genitori dei bisnonni. I loto nomi si sono persi nella storia.

Sei la ragazza che ha ereditato i figli di un’altra, sei quella che è volata via con l’uragano. Sei il ragazzo partito per il fronte, sei quello che non è tornato, di te resta una fotografia e nessuno conosce più i tuoi sogni. Siamo nati e morti in cento modi diversi, cento anni fa.

Un commento su “Antenate e antenati

  1. IVAN lenzotti ha detto:

    Cara Maddalena,
    ogni parola, parte dell’avventura della vita, evoca nella mia, dei momenti che saranno poi per ognuno di noi, gli stessi.
    Ho ritrovato la parola “antenati”, 2 volte nelle mie triste rime…ma non triste dai, si potrebbe anche ridere !

    Nonni

    Non contiamo gli anni,
    Con i capelli bianchi,
    Bello diventar’ nonni;
    Anche se pure stanchi ;
    Mostrar’ ai nipotini
    Il paese lontano,
    Dove son’ le radici,
    Antenati, amici ;
    Insegnar’ il cammino
    Dei prati e dei boschi,
    A passi da bambino !
    Non ci sono sedili ;
    Distendersi, sedere,
    Riposarsi col fiore ;
    Nel campo e la macchia,
    E perdere capoccia
    A guardare,volto sù,
    Sdraiato,il cielo blù;
    Assaggiare le frole,
    Mirtilli e lamponi,
    Far’insieme le scuole
    Della vita, affini.

    Ultime volontà

    Ho preso l’influenza
    Al camminar nel freddo ;
    Me l’ha data il vento
    Che soffiava in piazza.

    Non sentirò il canto
    Pipistrello ,sul faggio,
    Neanche la rivedo
    L’erba nuova di maggio ;
    Ormai ch’è tutto guasto,
    L’erba di primavera.

    Prendimi su ! Bufera !
    Nel paese lontano
    Dove mi porteranno,
    Ho già chiesto i fiori ;
    Quelli della montagna
    A chi ricorda ieri !

    Ogni tant’un mazzolin
    Fresco di guazz’al mattin !
    Da posar’ sul ‘altalin.
    Fiori della montagna
    Anche erba, gramigna
    Niente fior’ di negozio
    Per me distes’in ozio.
    Portatemi nel campo,
    Quello chiamato Santo,
    Con i miei antenati.
    Posate due  fiori,
    E scrivete sul marmo :
    ” Tornato l’ emigrato ” :
    ” Nato boccassuolese,
    « Ripos’ in sù paese. »

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