Chissà che tempo faceva quel giorno,
io vedo una pipa
su una sedia impagliata.
L’aria è azzurra, fa pensare a quelle giornate di dicembre con il cielo blu
così terso,
trasparente.
La pipa è di un ragazzo,
ha la barba rossa
viaggia
con in tasca pochi soldi e molti sogni.
Anzi, forse uno solo. Esprimere il cuore,
lanciarlo via, libero.
E l’amore, incontrare l’amore.
Ecco, vedi: sono già due.
O forse sì, solo uno
Amore, passione, espressione
colore
sogno. La capacità di tenere in mano e inseguire
i propri sogni, quello che ci fa battere il cuore
Quel ragazzo si chiama Vincent,
è arrivato da lontano, dal nord
in una piccola città del sud affacciata sull’acqua,
sarà per questo che l’aria sembra sempre azzurra qui,
anche quando inverno e pizzica un po’ il naso
a Arles,
nel sud della Francia
c’è una casa
dentro questa casa
c’è una stanza
è qui che ha vissuto quel ragazzo
di nome Vincent
con tutti i sogni,
che portava fuori ogni giorno per liberarli
fra il vento e l’acqua del canale, dove
le lavandaie sciacquavano i panni per ore
con le dita arrossate e
d’estate il giallo negli occhi
campi di grano e girasoli
corvi neri come presagi di brutti pensieri
nel blu del cielo della mente.
Fra le dita teneva tutti i colori,
li cullava nella testa e poi dentro al cuore,
di notte,quando nessuno sentiva.
Credeva si essere solo quel ragazzo
arrivato da lontano
un signor nessuno,
invece
i suoi sogni sono arrivati fino a qui
prendo appunti sul Tempo da tutta la vita. Perché viaggiamo attraverso lo spazio, eppure non siamo altro che viaggiatori del tempo, persi nella geografia del nostro divenire
Pubblicato da
Maddalena De Bernardi
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