Ascoltare il battito della pioggia come dita che tamburellano sul tetto
Il caffè lento e poi a piedi nudi sul divano
Spalancare per un attimo la porta e rimanere in sospeso, davanti al giardino intriso d’acqua e l’odore di bagnato
Il suono dei pneumatici di qualche macchina di passaggio, al di là dei vetri chiusi
Fare la doccia a mezzogiorno, come la faceva mia nonna nel mezzo della mattina, e i capelli bagnati e la pioggia sull’abbaino
Fare gli scoiattoli, a piedi nudi sul divano, e tutti i giochi sparsi attorno e mille libri aperti
Libri belli, molto belli, da leggere e libri da lasciar andare
Mettere il naso in quelle scatole che aspettano da tempo
Il cassetto delle foto
I pensieri da ripiegare bene e mettere via, nel cassettone, quelli da piantare in un vasetto e i pensieri da liberare sul tetto
I riposini e il tè alle quattro, con il limone e i biscotti buoni
Ogni volta che piove dovremmo trovare tempo per fermarci ad ascoltare e mentre si lavano le emozioni annaffiare i pensieri con progetti nuovi. E allora le idee crescerebbero libere e selvagge, senza preoccuparsi di dove andranno, come un giardino incantato di nuovo ricco di magia. Le erbacce si mescolano agli alberi da frutto; sotto le aromatiche si nascondono semi antichi e le lucertole meditano sdraiate su un sasso.
Fermarci, anche noi, e sentire che siamo pronti a rifiorire.
