La cosa più difficile è ricordarci che impariamo… impariamo ovunque e in ogni momento… impariamo come l’aria che respiriamo, ogni attimo. Impariamo con le gocce di pioggia in faccia, a chiederci perché e da dove vengono, impariamo mentre tagli i pomodori e ci raccontiamo delle navi che un giorno li hanno portati fino a qui, impariamo guardando dalla finestra e con gli amici al parchetto, sullo scivolo e al bar
E non riguarda loro, i piccoli: siamo noi grandi a doverci ricordare che la scuola è ovunque. Mentre mi viene in mente questo pensiero tu salti per la cucina e all’ improvviso mi abbracci e urlando dici: il mondooo, il nostro mondoooo.
Il mondoooo. Il nostro mondooo
A me viene da ridere e tu mi dici sì, siamo come la Terra: giriamo! Giriamo e giriamo, Terra e Sole. Danziamo e la cucina si trasforma nello spazio infinito. E continuiamo a danzare, come la Terra che facciamo girare quando in soffitta mettiamo un dito a caso sul mappamondo. E siamo anche il mondo, sì. Siamo noi il mondo, sai? Siamo il mondo intero. Il mondo ci circonda e ogni cosa intorno prende parte al senso che diamo alla realtà. Siamo tutto il mondo.
La cosa più difficile è destrutturare il pensiero. Lasciarlo cadere e volare, tagliarlo e allungarlo, lasciare che la nostra visione si amplifichi e prenda nuove forme. Non loro, i piccoli: siamo noi adulti a crescere, ancora, e grazie alle nuove generazioni rinnovare il nostro cuore, i pensieri e il modo in cui viviamo la vita.
Rompere un’abitudine e liberare il pensiero è il modo per imparare a ritrovare l’immaginazione, l’abbiamo chiusa in un armadio per così tanto. Adesso possiamo lasciarla volare di nuovo e scoprire nuovi orizzonti, luoghi inesplorati.