L’altrove è un atto di immaginazione

Davanti all’orizzonte siamo piccole matite pronte a scrivere la nostra storia. Di fronte allo stato orizzontale emerge la nostra verticalità. Il fare. L’andare.
Siamo tutti viaggitori di passaggio in questa esistenza dai paesaggi mutevoli. Attraversiamo deserti di incomprensione per andare ancora più avanti; impariamo fin da piccoli a sbucciarci le ginocchia e grattare via le croste. Se siamo fortunati qualcuno ci insegnerà a onorare e amare le nostre cicatrici visibili e invisibili.

Davanti all’orizzonte siamo piccole matite scriventi. Quale forma vogliamo dare alla nostra immaginazione? Perché di questo si tratta: esistono desideri chiusi nel cassetto e idee che facciamo volare. Le ali dell’immaginazione quando atterrano sulla terra diventano progetti. Appoggiati sui rami di un albero come rondini in cerca del prossimo orizzonte acquistano respiro.

Abbiamo sempre continuato a cercarlo, questo altrove infinito.
Questa Atlantide.

È il modo in cui avanziamo nella vita, che ci ha portato a scoprire continenti, esplorare geografia sconosciute, scoprire nuove cose ascoltando la mente, il cuore, i reni, ogni parte di questo organismo senziente

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