Un piccolo ombrello e un bambino, un mantello da drago sottobraccio.
Una strada, una piccola strada a dire il vero ma non è questo l’importante. È la prima strada da solo, a chiamare una piccola amica.
E arriverà lui, emozionato e velocissimo, a suonare il campanello, mentre la casa lo guarda dall’alto.
La stessa casa dove io andavo a chiamare il papà di quella piccola amica, una casa che ci ha visto passare le estati d’infanzia fra le sue pareti.
Dopo quasi quarant’anni la storia si ripete, di nuovo un bambino e una bambina, a giocare e ridere in una stanza.
La storia, mai uguale. Nella casa dove viveva un bambino ora c’è sua figlia. E la bambina che andava a salutarlo ora ha un figlio.
La danza del Tempo, che sta a guardare come un merlo d’inverno su un tetto nel vento e se la ride