Domani dicono pioverà. Cambia il tempo. Con i primi acquazzoni dopo la metà di agosto i vecchi un tempo dicevano: la stagione si è rotta, come se a rompersi fosse un oggetto, un bicchiere andato in frantumi, una tazza caduta all’improvviso sul pavimento. In montagna è così, cambia bruscamente il clima e allora in un attimo arriva un brivido di vento, le serate sono più fresche, le mattine più umide. Ma i grilli continueranno ancora a cantare e noi ad ascoltare dalle finestre socchiuse nella notte.
Quando l’estate è agli sgoccioli e le vacanze finiscono, la montagna si riappropria del silenzio.
Che fate voi d’inverno? Dice la gente che se ne va a chi resta.
Leggiamo. Costruiamo. Inventiamo. Rattoppiamo. Vagabondiamo.
Osserviamo.
Camminiamo.
Stiamo da soli, anche.
Perché anche di questo c’è bisogno: imparare a godere della compagnia di se stessi. Accade così: c’è il tempo chiassoso dell’estate e quello di quiete di altri climi e periodi, in cui trovare altre stagioni dell’anima, altri sguardi. Altri ritmi.
Intanto qui prepariamo il nido a nuovi giorni.