Dunkerque, ultima frontiera d’Europa

che cosa accade quando arrivi alla fine del mondo?
difficile dirlo.
una cosa è certa. Oltre non puoi andare.
Ti devi fermare, alla fine.
E così accade anche qui, Dunkerque. L’ultima frontiera dell’Europa.
Le hai attraversate tutte, saltando dentro ogni confine su un piede solo come “a settimana” da bambini, in bilico.
Dopo la brina sempiterna di Lione e gli alberi ghiacciati che si confondono nella nebbia,
è spuntato il sole.
Oltre, qui c’è solo il mare.
Dunkerque, se ti alzi sulla punta dei piedi nelle giornate di sole vedi l’Inghilterra
galleggia pacifica la terra promessa
impossibile
come una sirena,
di quelle che cantando incatenavano i marinai a
un sogno impossibile,
anche qui
ma il canto ha la bellezza della disperazione.
Da almeno vent’anni una silenziosa migrazione di viaggiatori attraversa la mappa di quella che chiamiamo Europa per passare da un mondo all’altro
Dover,
scruti l’orizzonte ed è là.
Ma per superare il mare devi imparare a trasformarti. Tu ci provi, in tutti i modi.
Diventare pesce,
mettere ali di gabbiano
diventare idea, valigia, speranza
renderti invisibile, anche. Alla fine
nella fascia di territorio fra Calais e Dunkerque vivevano 6mila, 8mila, 9mila migranti. Di passaggio, in cerca di un modo per andare oltre. E gettarsi il passato alle spalle. Da vent’anni, ogni anno qualcuno in più. Il 24 ottobre 2016 la Jungle, la Giungla di Calais, campo profughi d’Europa, è stata smantellata. Da allora non si conosce esattamente il numero di questo popolo in cammino che si nasconde per continuare a viaggiare, sperare, immaginare una vita diversa. C’è chi viene dall’Iraq e chi dalla Siria, dal Ciad, Etiopia, Sudan… Alle vecchie guerre se ne sono aggiunte di nuove.
Non c’è rimedio, non c’è soluzione.
Non si può andare oltre, né rimanere
e anche oggi tu sei lì
a guardare il mare
a sognare lo stesso mare
che dall’altra parte chiamano in modo diverso,
con una lingua che nemmeno conosci ma che
già ti sembra
più libera e bella.
Il vento
sulla testa
nelle ossa
il ghiaccio
all’alba
la polizia
calpesta,
smonta,
distrugge
sistematicamente
tu ricostruisci
vestiti
tende
onore
ogni giorno
✏️ l’intento delle autorità francesi è scoraggiare ogni tentativo di restare nella zona, nel frattempo la situazione di chi vuole passare rimane in sospeso.
Colazione, docce, free shop con vestiti, scarpe e coperte calde: chi è qui cerca di migliorare la qualità della vita di questo popolo in viaggio verso un’altra vita e aiutare la vita quotidiana della Jungle.
Tutto ciò che viene raccolto sarà distrutto, calpestato, portato via ma questo non sta impedendo ai ragazzi che lavorano qui di continuare a
fare
immaginare
costruire
preparare il caffè e il tè ogni mattina e portarlo là, dove ci si scalda attorno a un fuoco nel vento