Oggi fai un’azione che ti renda felice

Sulla spiaggia di una giornata d’inverno, quando il litorale è vuoto e intorno ci sono solo piccoli viaggiatori temerari, pescatori e cani sciolti

andiamo dai pescatori, dico
la canina abbaia ancora più furiosa
ci avviciniamo
tu ti fermi a osservare la canna da pesca piantata nella sabbia, lunghissima
dal filo alzi lo sguardo fino su, dove finisce e si confonde con il cielo

vuoi vedere un pesce?, ti dice quello ed è un ragazzo bruno e alto, con l’accento forte di un’altrove che per un attimo mi sembra di essere là, dove viene lui, un’altra isola nel blu

ecco – e scoperchia un secchio rosso – è ancora vivo, anche se ormai è quasi morto
con i suoi occhi scuri ti guarda

tu sei serio,
abbassi lo sguardo
osservi il pesce, una piccola guglia grigia che guizza in due dita d’acqua
non fai per toccarla, rimani serio,
a guardarla.

tu, viaggiatore intergalattico ancora non parli la lingua terrestre, ma
usi i gesti, come ogni buon viaggiatore al di là dei confini, in visita a mondi non suoi
con lo sguardo fermo e accigliato, fissi giù nel secchio
punti l’indice minuscolo
là, verso l’azzurro infinito dell’acqua
quell’essere liquido
appartiene al mare

poi, senza salutare te ne vai
passo dopo piccolo passo
arrancando nella sabbia
con l’andatura instabile che hanno i bambini molto piccoli e i vecchierelli
non guardi pù nessuno, solo drittto davanti a te

a me scende un senso vago di tristezza
assenza di libertà che fa male e amaro del limite ineluttabile
così è la vita
la canina abbaia,
il mare butta verso di noi ondate fredde che bagnano la punta dei piedi
tu raccogli sassi, io conchiglie che poi mi fai lasciare a terra

passa qualche minuto,
il ragazzo pescatore, accanto a qualche metro di distanza
si è piegato verso il secchio rosso e ora va verso il mare
gli stivali immersi nell’acqua ghiacciata
fra le pozze del bagnasciuga
è la piccola guglia
libera,
ancora viva
nuota

ecco, ora è libera dice lui
a me scende un sorriso profondo nel cuore
tu lo guardi come ovvio,
deve tornare là, a ciò a cui appartiene, ognuno.
Io vedo lui, di un posto lontano sul mare, ad abitare in una città non sua e anche se non lo conosco e me lo immagino, su una spiaggia solitaria fuori stagione, per stare in piedi di fronte all’infinito e ricordarsi il suo di mare.

sono azioni piccolissime a salvarci,
gesti di bellezza
forza, libertà
coraggio
gentilezza. Sono quello che
ti fa sorridere e sentire libero dentro

Immaginazione

Ci vorrebbe l’ora di Immaginazione
in tutte le scuole, per tutta la vita.

Educazione all’immaginazione no,
che di immaginare siamo capaci benissimo.
Proprio un’ora così, da lasciarsi liberi
vagare con il pensiero
vagabondare fra le idee e i ricordi.
Costruiremo cose da fare, modi di essere e nuovi finali

il diritto di fantasticare

poter cambiare le storie

disegnare orizzonti mai visti

esplorare l’inesplorato.

Non sarà un caso se il mondo,
raccontano in cento lingue diverse
tutti i saggi del mondo,
è nato così
immaginato prima che creato
detto, pronunciato, raccontato

pensiamo i nostri desideri
diamo loro una forma, poi
puntiamo il dito
andiamo in giro
a cercare i nostri sogni.

Anno dopo anno
lo dimentichiamo
cosa vuol dire
immaginare

iniziamo a credere nei soliti finali

impossibile
immaginare case e lavori nuovi,
immaginare nuove vite
impossibile

invece è solo questione di esercizio,

immaginare

scriveva Joseph Conrad
– Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando? –

Chankillo in Perù, millenario calendario solare

chankillo-peru
Chankillo in Peru – fotografia di Ivan Ghezzi/Courtesy of World Monuments Fund.

Ci sono tredici torri nel deserto, in Perù, nella valle di Casma.
Sono diventate Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Sembrano denti che si alzano nella polvere del deserto.
Lì, sulla roccia, sono i punti dove il sole sorge e tramonta durante l’arco dell’anno.

Un segna-tempo.
Un orologio grande quattro chilometri di terra.
Un osservatorio solare e astronico,
vecchio di 2300 anni

I giardini del muschio rosa di Takinoue in Giappone

Takinoue-hokkaido-giappone
Takinoue, prefettura di Hokkaido in Giappone

Nella prefettura di Hokkaido i giardini rosa di Takinoue in primavera

Il nome Takinoue, che letteralmente significa “sopra alla cascata” in lingua Ainu Takinoue è detto “Ponkamuikotan”, il “villaggio dei piccoli dei”.

fioritura-giappone
Ricordi di un angolo di primavera, 2014 Credits: instagram/shu_photographs
Moss phlox primavera giappone
Credits: instagram/shu_photographs

Il mondo ha bisogno di bellezza

La bellezza,
che non è ricerca del bello, ma
sentimento di stupore
assoluta meraviglia
incanto

La parola incanto
ha le radici di una quercia millenaria
affonda nella terra madre da cui tutto nasce,
è bosco, luogo dove la paura
invisibile, ti osserva

inconscio

istantanea di un momento che è
qui e ora: apparizione, incanto
tutto si ferma

incanto,
nelle fiabe antiche
il canto delle sirene,
la malìa che congela l’agira e
ci consegna a un altro potere
il fuori da noi,
oltre i limiti

nella bellezza
mi perdo

La bellezza di quando mi prendi per mano guarisce il mondo dalla mancanza di dolcezza della vita