L’ultima settimana di luglio inizia con un lunedì che è già 31 perciò faremo finta, per quest’anno, di essere ancora luglio mentre il calendario ci spalmerà già agosto sulla pelle
Torneranno i giorni del silenzio e della calma, adesso no. Ci sono le amicizie, quelle fra le amichette del parchetto e quelle delle mamme, che cuciono fili di relazioni e tessono le tele delle loro vite raccontandosi gli anni e i sogni fra una panchina e un caffè.
Sono giorni di sole, luce forte che entra dalle finestre schermate come ci dicevano di fare i nonni un tempo, con le persiane socchiuse; giorni di pomeriggi lunghi e serate infinite, con i papà che arrivano con le tute da lavoro e le braccia abbronzate oppure il venerdì, quando tutto diventa una festa e il fine settimana sembra interminabile.
L’estate dei tuoi tre anni, voi che urlate da rompere i vetri e poi dormite come sorridenti angioletti. La sabbia, i trattori, le grigliate dove non ci si vedeva da tanto e all’improvviso si ritrova il tempo, come per miracolo. Le malverosa fiorite, i cespugli immensi di lavanda e menta, i profumi intensi, il basilico che cresce lento, le innaffiature serali, le idee su cosa fare e come passare il tempo. Che poi in fondo, non si fa niente. Solo giocare, giocare, giocare. Incontrarsi, cucinare, arrampicarsi e correre, sognare.
Guardare le stelle, a volte. Guarda come sono tante e belle, dici tu. O a volte svegliarsi e stare alla finestra: voglio vedere tutto dall’alto ma dall’alto davvero, eh. E ti dirò “gabbiano!” così i pensieri volano, spieghi, e mi sembra un bellissimo pensiero di poesia.