Progetto Biblioteca del Tempo

Qui si parla di viaggi e del viaggiare che è movimento attraverso lo spazio e il tempo. Bellezza che appare all’improvviso, resilienza. Geografia emozionale. Attraverso l’esplorazione del mondo, passo dopo passo, camminiamo il nostro viaggio nella vita. Ci muoviamo nel mondo esplorando i luoghi, una storia dopo l’altra.

Vagabondi nello spazio, non possiamo altro che essere viaggiatori nel tempo. La geografia diventa narrazione del nostro cambiamento, che si dà costantemente. Arriviamo e torniamo, ogni volta diversi, come differente è il meteo delle stagioni intorno a noi e il paesaggio della nostra anima.

Perdersi diventa filosofia di viaggio e di vita. Ci perdiamo viaggiando così come nell’esistenza, ci perdiamo nella bellezza e a volte nell’orrore, nelle guerre del mondo e contro noi stessi. Affondiamo e riemergiamo, ci perdiamo in un bicchiere di vino o fra i libri, in una via sconosciuta. Nello spazio della mente e del tempo. Dimentichiamo per poi riconoscerci in un lampo e ritrovarci, di nuovo.

Il progetto Biblioteca del Tempo nasce come collezione di istanti. A volte con insospettabile lentezza e talvolta con il fiatone, alla rincorsa di noi stessi, inseguiamo il filo della trama dei giorni cambiando a poco a poco. Nel viaggio della vita portiamo valigie di istanti: talvolta pesanti, i ricordi fanno ciò che siamo. Qualche volta perduti, li ritroviamo in un gesto, nell’aroma di un paesaggio, nel flash improvviso di un’istantanea che appare in superficie dalle profondità nascoste dell’inconscio.

Se c’è una cosa che ho capito è che più passano gli anni
più mi tornano in mente cose, eventi, persone, fatti.

Me lo ha raccontato di recente una persona che per mestiere fa l’autista. Curva dopo curva, rincorrendo la strada mi ha accompagnato inseguendo il filo della vita: la casa dell’infanzia, la fotografia dei suoi genitori tratteggiata dalle parole e dai ricordi, il matrimonio, i figli e il divorzio, una nuova vita, i sogni del futuro, i fallimenti e le nuove consapevolezza, le speranze. Gli eventi disegnano le tappe del nostro viaggio nell’esistenza e quando li rievochiamo ciò che più importa è l’emozione con cui li abbiamo vissuto.

La macchina del tempo è la nostra memoria

Al mattino, mentre ci svegliamo da un sogno, per un attimo sostiamo fra due dimensioni: quella da cui arriviamo, il passato, e le sensazioni che abbiamo sperimentato mentre eravamo là, e il presente, qui e ora. Adesso possiamo vederlo, le emozioni non sempre sono le stesse. Rispetto all’evento nel momento in cui è capitato, oggi potrebbe essere che viviamo e vediamo le cose in modo diverso. Così funziona il ricordo. Elaborare forse significa proprio questo, avere il coraggio di raccontarsi la propria storia e trovare nuovi sensi.

Un tempo si immaginava la memoria come una grande soffitta piena di scatole, ognuna con il suo contenuto di fatti, oggetti, incontri… piano, piano destinati a svanire nel tempo, diventare labili e sfocati come fotografie scolorite dalla luce e dall’umidità. Sì, proprio così. Ricordo la lezione della maestra di scienze delle scuole elementari quando aveva spiegato alla classe il corpo umano: le cellule hanno incredibili proprietà di riparazione e nel corso della vita continuano a crescere e rigenerarsi, tutte tranne le cellule nervose, perché il cervello è una spugna quando abbiamo pochi giorni di vita e cresce nei primi anni, poi più diventiamo adulti maggiore è la quantità di collegamenti nervosi che si perde e lentamente muore, anno dopo anno, come una condanna inevitabile.

Questa spiegazione a me non ha mai convinto, neanche da bambina.
Gli anni sono passati ed evidentemente sono tanti altri, come me, a non essersi accontentati.
Per fortuna.
Oggi le ultime ricerche in fatto di neuroscienze ci stanno raccontando che il cervello continua a evolversi anche in età adulta: i neuroni continuano a formarsi e rafforzare le connessioni esistenti. Attività come la musica, l’arte, lo sport e le esperienze in grado di scatenare emozioni positive stimolano la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di modificare la propria struttura nel corso del tempo in risposta alle esperienze.
Noi non siamo piccole lampadine destinate a bruciarci. Le esperienze che viviamo creano una trama luminosa di strade che ci permettono di esplorare e vivere il viaggio della vita facendo sempre nuove scoperte: ogni giorno è un viaggio che non conosco.

La meta non c’è, perché il viaggio sul pianeta blu chiamato Terra a un certo punto si interromperà e non sappiamo quando: potrebbe essere fra anni, domani o fra qualche istante. Quello che importerà, allora, non saranno i successi, né i fallimenti, o le grandi e piccole conquiste. Siamo destinati a lasciare tutto, per contratto: non c’è nulla che verrà con noi.

Progetto Biblioteca del Tempo

Quello che mi interessa è il tempo. Viaggiamo nello spazio, eppure non facciamo altro che viaggiare nel tempo. Di nessuna geografia possiamo affermare con sicurezza “Già visto”: ogni luogo si modifica, istante dopo istante, nel passare delle stagioni. E noi con lui. Mai sei uguale a ciò che sei già stato, difficilmente torneremo in una certa via o in una città con la stessa valigia di esperienze, emozioni e umori: ogni volta il ritorno segna l’inizio di un nuovo paesaggio dell’anima. Sulla geografia scriviamo la storia delle nostre vite. È un viaggio fisico, sensoriale. Ma viaggiare è anche l’altrove dove non andremo mai. Non basterebbero mille vite per vedere ogni angolo del mondo, per viaggiarlo nei suoi piccoli cambiamenti quotidiani. La rete internet amplia la nostra esperienza di viaggio perché possiamo volare dall’altra parte del mondo nello spazio di pochi istanti. Accade grazie alla nostra immaginazione. E alla condivisione.

Il tempo passa veloce e
non ci si deve voltare indietro…
Guardare avanti
e passare nel migliore dei modi
in tutto e per tutto
il tempo che ci rimane

Questo biglietto che vedi nella foto qui sopra, è una delle lettere che ho trovato in fondo a un cassetto dimenticato. Lettere dimenticate e restituite dall’onda del tempo, forse è da qui che è iniziato un nuovo viaggio a ritroso, inseguendo il filo dei giorni perduti e ritrovati.

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Un commento su “Progetto Biblioteca del Tempo”

  1. Eppure ,
    siamo legati, dipenti del passato, senza volerlo; rimane scritta nei neuroni, la vita degli antenati.
    (psicogenealogia = leggere Anne Ancelin Schüztenberger)
    Guardare solo davanti, e andare, OK , ma lo zaïno del passato,
    rimane sulle spalle, per chi, pesante,
    per chi, leggero e vola verso l’avventura che è, la vita

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