25 agosto

La mattina di sole e poi il cielo che diventa nuvole, grigio freddo sulla pelle. Ultima di agosto, la settimana è ancora all’inizio ma è già martedì e i giorni voleranno come biglie che si perdono in una pista di sabbia.

Caffè freddo da mescolare col latte e tu che sorridi come ogni giorno alla siepe e la sua vita segreta, di api e fiori bianchi dal profumo evanescente. La cana di casa guarda meditabonda l’orizzonte. Per strada i saluti gridati di chi si abbraccia da lontano, all’anno prossimo. Arrivederci. Si rimane in una manciata di sguardi, torna il silenzio fra questi sassi. Sfoglio una rivista già vecchia, lascio briciole per le formiche, immergo biscotti nel caffelatte.

La melanzana da tagliare mentre ti racconto come faccio e tu mi ascolti a occhi sgranati, il profumo dell’aglio e dell’olio, le campane di mezzogiorno e il tempo lento. La pasta diversa da buttare nella stessa pentola, mi ricorda nonna. Ieri guardavo la pioggia seduta su questo stesso gradino.

Tu che ora dormi. La giornata finita, il cielo di stelle grandi. La tua pancia contro la mia, aggrappato alla mia maglietta. Io che ascolto i grilli e per stanotte sento tutto il tempo del mondo fra le mani, sul mio cuore.

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Contatto di pelle

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Addormentarsi mano per mano, un gesto d’altri tempi.
Addormentarsi mano per mano. Sopravvivenza.

Dei neonati non consideriamo mai lo spavento di ritrovarsi in un mondo nuovo, catapultati in una luce sconosciuta. Rumore, mani che ti prendono, vuoto che ti sostiene.

La sensazione di precipitare è costante. Gravità.
Un piccolo corpo leggero manovrato, mosso, spostato, spesso senza gentilezza.

Offri una mano, un braccio, un appiglio. Offri un abbraccio
Ricorda che sei stato anche tu in balia della paura.

È strano come col tempo ci allontaniamo fisicamente dai nostri figli, quella fisicità lentamente scompare per dare spazio all’indipendenza. Succede così, naturalmente… Ne rimane un intenso e dolce ricordo.
Alessia Morelli

Il tatto è il primo senso che si sviluppa quando siamo piccoli feti persi nell’oceano della placenta primordiale.
Pelle, il senso più esteso del nostro corpo.
Tatto e con-tatto.
Con tatto, per dire di trattarci con gentilezza, la stessa che serve per sapere che si supera ogni distanza quando ci tocchiamo.
Pelle a pelle, non serve vedere ma solo sentire




17 agosto

17 agosto 2012 – Hvar, Croazia

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compleanno

Estonia, 17 agosto 2013 a Soru

Aspettando il traghetto per Saaremaa…

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1 agosto

Le luci fra gli alberi e il vino fino a tardi, la sera
Ricordi di estati lontane e poi questa, così strana, così speciale.
Colazione fuori al sole.
Il caffè, i litigi, le riappacificazioni. Soprattutto quelle interne a se stessi, che se è vero che per una pace globale ci vuole prima di tutto la versione personale, allora è proprio un mondo in guerra perenne.

Il rumore, l’estate.
Fiori bianchi dal sapore dolce e api testarde.
Una lucciola solitaria nella notte (è già agosto)




Perdersi nell’Appennino tosco-emiliano

I posti da scoprire in una giornata di vagabondaggio…
Senza meta
andare,
alla scoperta
colazione con gnocco fritto e un cappuccino, come si usa fra le montagne emiliane.
Vecchi che bevono al sole e picchiano la mano sul tavolo,
un mazzo di carte da briscola e un foglio bianco con una matita.
Le strade tutte curve,

Berceto, Calestano, Corniglio, Monchio delle Corti, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Neviano degli Arduini, Palanzano e Tizzano Val Parma: l’Appennino della provincia di Parma

Camminare al tramonto per Vigoleno, non lontano da Piacenza, sul camminamento di ronda del castello dove chiudere gli occhi e immaginare la vita nel Medioevo

In provincia di Parma il borgo di Compiano, terra dei Malaspina, nell’alta valle del fiume Taro

Il panorama azzurro dalla loggia di nord-est del quattrocentesco castello di Castello di Torrechiara a Langhirano, 18 km da Parma, e con il naso in su perdersi negli affreschi della volta della Camera d’Oro

La provincia di Reggio nell’Emilia e la strada che da Modena attraversa Baiso, le terre di Matilde di Canossa, Carpineti e Casina, fino a Castelnovo ne’ Monti e Toano, Ventasso, Vetto, Vezzano sul Crostolo e Villa Minozzo

Picnic con scalata alla Pietra di Bismantova

Passeggiare in silenzio nel chiostro dell’eremo di Gamogna nel comune di Marradi

Frassinoro, in provincia di Modena, e i paesi di montagna, dove fermarsi a mangiare tortelloni e tagliatelle, ascoltare le storie della Resistenza, fare il bagno al fiume, giocare a briscola

I tetti d’ardesia del borgo di Fiumalbo, terra del mirtillo nero

La pace immensa del Lago Santo, Sant’Anna Pelago, Pieve Pelago con i suoi ristorantini e il mercato

Passo dopo passo alla scoperta del Parco dei Cento Laghi

La selva romanesca in estate e gli alberi coperti di neve durante l’inverno, quando lì c’è il ghiaccio e dall’altra parte, in Toscana, è già primavera

Più in là, ancora più in là perdersi nell’Appennino, dove
la linea fra Emilia Romagna e Toscana diventa un quando: un tempo fatto di parlate nuove, piatti e dialetti che si influenzano e differenziano

San Pellegrino in Alpe, che per metà è in provincia di Lucca, Castiglione di Garfagnana, e per metà Frassinoro, provincia di Modena: confine invisibile che diventa palpabile, scritto con una linea che attraversa bar e case

I paesaggi antichi a Castelnuovo Garfagnana, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, San Romano in Garfagnana, Sillano Giuncugnano e Villa Collemandina: la strada che porta verso la provincia di Lucca

Il ponte sospeso di San Marcello Pistoiese

I cartelli che indicano Forte dei Marmi ed è già sapore di mare

La provincia di Massa-Carrara Bagnone: Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi e Villafranca in Lunigiana

Gli Appennini si allungano per 1200 km da settentrione a meridione: una spina dorsale, come spesso vengono chiamati, che disegna l’Italia da un capo all’altro della penisola. Di questi, il tratto settentrionale corre lungo i confini di almeno due regioni, Emilia-Romagna e Toscana. Il Passo della Cisa delimita a nord-ovest l’Appennino ligure, mentre i valichi di Bocca Trabaria e Bocca Serriola sulla mappa segnano l’Appennino umbro-marchigiano. l’Appennino tosco-romagnolo, compreso tra Romagna e Toscana, divisi dal Passo della Futa. Il Passo della Futa, in provincia di Firenze, scrive la storia del versante chiamato Appennino tosco-romagnolo. Il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano viene istituito nel 2001, il 9 giugno 2015 è dichiarata Riserva Biosfera Unesco un’estensione pari a 223229 ettari.

Da leggere…

Sito ufficiale del Parco Appennino in Emilia Romagna

Parco Nazionale Appennino tosco-emiliano




Giorni indimenticabili

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto.
Gli altri fanno volume
Ennio Flaiano

Il giorno in cui nasce tuo figlio,
il giorno in cui muore una persona cara,
il primo contratto di casa firmato.
Il giorno dell’esame di maturità,
i giorni in cui non succede nulla,
giorni indimenticabili a modo loro.

Giorni indimenticabili,
il tuo matrimonio e quello dei tuoi genitori, a cui non c’eri.
I giorni in cui i tuoi nonni erano ragazzi,
il giorno che è finita la guerra,
il giorno della partenza, il tuo primo viaggio.
Il primo giorno di lavoro,
la discussione della tesi.

Il giorno in cui prendi una decisione indelebile,
l’istante del primo bacio.
Il giorno dell’appuntamento che mai scorderai,
il giorno dell’operazione che temevi e ora hai già affrontato.
I giorni semplici e quelli difficili,
il giorno del parto, della nascita.
Il giorno della malattia e il giorno della guarigione.

Il giorno in cui hai visto il mare per la prima volta,
il primo desiderio espresso alle stelle,
la prima candelina soffiata,
giorni indimenticabili che tu probabilmente non ricorderai, ma
qualcuno ricorderà per te




Primo vagabondaggio di famiglia

Il caldo dei primi giorni di luglio e il venerdì che sa già di libertà,
cielo blu,
il traffico chissà dove va; la polvere sui vetri.
Fermi al semaforo.
Di traverso nel finestrino lo sguardo sorridente di quelli ai bordi delle strade che
lavorano per ricostruirle,
tuta arancione, pelle scura bruciata dal sole e rughe come solchi di vita, vecchi alberi
sulla provinciale
l’ombra verde dei boschi e i cespugli di rose che si arrampicano sulle facciate bianche,
piccole case in gruppetti, giocattoli dimenticati in giardino
un tagliaerba che va.
La bellezza di una casa cantoniera abbandonata.

Sulla via da Pavullo a Pievepelago
e poi verso Sant’Annapelago: provinciale 72,
la Selva Romanesca che porta al Passo delle Radici e S.Pellegrino in Alpe.
Vagabondare nella mattina fino al Casone di Profecchia,
antica stazione edificata nel 1845 da Francesco IV, Duca di Modena
quando per unire Ducato di Modena e Granducato di Toscana veniva costruita la strada del Passo delle Radici e gli operai avevano bisogno di un ricovero.

In certi posti,
dove la Storia si è fermata
si respira la meraviglia di
chi ha osato
lasciare tutto com’era…
i grandi lastroni di pietra come pavimento
la sala con il camino e
racconti invisibili sfiorando questi muri,
stanze grandi e fresche. Vecchie fotografie appese.
Profumo di funghi, mani che impastano.
Le pappardelle qui sono stracci e in effetti,
mi spiegano, le pappardelle in Garfagnana nascono così e restano tali:
fogli di pasta all’uovo lavorata al mattarello,
strappata con le mani e buttata nell’acqua bollente.
Nel tavolo a fianco sciatori d’inverno e ciclisti durante la bella stagione,
due vecchi amici chiacchierano fitto in un angolo.
Su ogni tavolo la brocca piena d’acqua e una bottiglia di vino rosso sulla tovaglia bianca.
Dopo pranzo allungare le gambe sulla sdraio davanti all’orizzonte,
mentre si chiacchiera con Tommaso che dopo il conto prepara l’amaro del Casone insieme al caffè

e poi via, Castelnuovo di Garfagnana, la provincia di Lucca,
verso il lago di Vagli e il borgo fantasma Fabbriche di Careggine, piccola frazione duecentesca dal 1947 sommersa da 34 milioni di metri cubi d’acqua: la diga di 92 metri sul fiume Edron della centrale idroelettrica Enel.
Il pomeriggio afoso, un lattante affamato, il cane che sogna di correre
il lago e le zanzare, le strade sbagliate e quelle tutte curve, quando
il cane abbaia – il lattante piange e tu non puoi fermarti.
Isola Santa, Stazzema. A poca distanza Levigliani, l’Antro del Corchia:
la più grande grotta carsica d’Europa, più di sessanta chilometri di strade sotterranee e cuniculi.

Curva dopo curva, muretti e case di pietra,
il verde folto e rigenerante:
le Alpi Apuane che si aprono come una bocca spalancata nella terra.
Da lontano, in uno sguardo si abraccia la cicatrice bianca delle cave di marmo,
ruscelli che corrono fra le pietre e una lunga galleria scavata nella roccia,
la strada fino a Forte dei Marmi.
In un attimo i cartelli che avvisano: 5 km per Pietrasanta,
bagliore azzurro che fa presagire il mare
vicino
odore salmastro di pini e sale.

E poi Strettoia, la piccola strada laterale in salita verso l’hotel
un tuffo al tramonto avvolti dall’ultimo sole della giornata.
Di nuovo il cane che abbaia e si stizzisce,
il caldo e la gente,
l’estate strana in mascherina dopo la primavera in quarantena per questa inaspettata pandemia, il Covid che riporta il 2020 all’inizio del Novecento con la spagnola del 1918.

Svegliarsi di mattina presto con quello piccolo che sorride fra le lenzuola bianche,
la luce che filtra dalle finestre e la voglia di andare a scoprire il mondo.
Cercare un posto dove far correre il cane,
arrivare fino alla pineta di Levante a Viareggio e
non trovarlo, mentre i sentieri di sabbia che arrivano al mare bruciano al sole e
di nuovo, il lattante piange – il cane abbaia. Entrambi concorsi e al’unisono.

Schivare la folla, comprare focaccia e sciocche delizie.
Rifugiarsi in una stanza chiara e fresca, stare a piedi nudi davanti alla finestra.
Guardare il pomeriggio che avanza e prendere il sole dal terrazzo,
lo sguardo su quelli che dormono.
Soridere al niente, dormire tanto. Vagare con la mente.
Sentire il profumo delle rose di Paolo, il giardiniere e tenerlo in mente, dentro al cuore.
Rondini che volano sull’acqua a caccia di zanzare. La piscina deserta,
i piedi a mollo, una nuotata lenta, l’abbraccio verde delle Apuane alle spalle,
come una giungla lontana.

Assaporare lunghi sorsi di caffè sulle poltrone bianche, mentre
la giornata si riaccende ed è già ora di ripartire.
E poi il cane che non vuole più stare in macchina, il neonato che di nuovo piange
la strada che torna ad avvolgersi curva dopo curva come un filo sul rocchetto,
montagne e ombra verde degli alberi. Respiro profondo, fresco, antico.
Uno dopo l’altro i paesi già visti: il bianco sfolgorante delle cave di marmo,
Isola Santa e Stazzema, Castiglione dove fermarsi un attimo a comprare il pane e formaggio buono toscano. La gente che passeggia nella domenica e il sole,
aria di mercati e giornata ancora a metà, da vivere inseguendo le ore.
Su, ancora più su, fino a San Pellegrino in Alpe, il comune più alto dell’Appennino
dove una linea sottile passa persino dentro un locale, diviso a metà fra il comune di Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, e quello di Frassinoro, Modena.
Linee invisibili da percorrere come funamboli sospesi su un mondo che in fondo è territorio della nostra immaginazione.