Una cosa che non sapevo sulla storia dei tulipani
La “bolla dei tulipani” è stato il primo crack finanziario della storia “moderna”. Fu la Turchia a cominciare a esportare i bulbi di tulipano, dalla metà del Cinquecento. I viaggiatori occidentali in Oriente ne erano rimasti incantati.
Avere tulipani diventa uno status symbol, un po’ come una Ferrari dell’epoca, ma tu pensa invece che bellezza splendida ed effimera quella di un mazzo di fiori freschi. Si contrattava nelle case e nelle locande, o nei collegi di agricoltori e commercianti. L’Olanda, che possedeva le rotte delle Indie orientali, con le sue navi e la gente che viveva per mare poteva reperire qualità rare.
Il fatto è che si avvia l’abitudine di acquistare bulbi che devono ancora essere interrati e crescere, “futures”, per dirla con il linguaggio economico. Acquistare futures significa comprare alla scadenza. Ma se un seme contiene una pianta in divenire in mezzo da considerare c’è anche l’azione del tempo.
Veniva chiamato “commercio del vento”: si vendevano “futures”, bulbi che dovevano ancora essere piantati o arrivare da oltremare chiedendo agli acquirenti il pagamento di una commissione del 2,5 %, nota “soldo del vino”, fino a un massimo di tre fiorini per scambio. Ma un conto è un bulbo, un altro è il fiore. In mezzo c’è il tempo. In mezzo c’è il sole, la grandine, le navi e i porti, la mente volubile dei desideri e della gente. In mezzo c’è il Tempo.
Il reddito medio all’epoca ammonta a 150 fiorini. Con 100 fiorini si compra una tonnellata di burro. Per un bulbo si arriva a spendere 2500 fiorini. Con un bulbo si possono scambiare terreni, attività e persino case. L’apice è raggiunto nell’asta di Haarlem, vicino ad Amsterdam, per un bulbo di Semper Augustus: 6000 fiorini. La follia.
Poi la bolla si rompe. Come da tutte le follie, ci si sveglia e all’improvviso è un nuovo giorno. Tutto era tenuto in gioco, insieme, da una catena, ma se l’ultimo anello si sfila cade a terra la collana e se vanno, disperse, le mille perle che la componevano. È un effetto che gli economisti conoscono. Se i clienti di una banca credessero che questa stia per fallire e pensassero di andare a prelevare tutti i loro risparmi… l’istituto in questione fallirebbe realmente.
La paura. Le nostre paure hanno delle conseguenze. Non è vero che vivono solo nella mente: le paure diventano idee, azioni, stili di vita.
Ed è così che dopo la più incredibile asta della storia, nel 1637, tutti vengono sommersi dallo spettro di una grande paura collettiva. I venditori cercano di vendere e finiscono per svendere, i creditori non riescono a recuperare, i clienti spariscono. La bolla si è rotta e si esce dalla follia della tulipomania. Ed è così che i bulbi di tulipano diventano quello che tutti conosciamo: gentili protagonisti delle belle bancarelle di fiori d’Olanda dove si acquistano per qualche cent.