Scuole Felici
Giovanna Giacomini è l’autrice di “Scuole Felici. La pedagogia basata sul metodo danese nei servizi educativi 0-6 anni in Italia“, pubblicato da Erickson (2023). Ma non si tratta solo di un libro: Scuole Felici (oltre a essere una filosofia di vita!) è il progetto che Giovanna Giacomini, formatrice e pedagogista, sta costruendo nella realtà di tutti i giorni: una proposta educativa per la fascia da 0 a 6 anni che si ispira alla filosofia hygge, un termine danese che abbiamo imparato a conoscere perché è ormai da qualche anno diventato un trend.
Calore, felicità e il senso di condivisione ispirato da un’atmosfera sociale in cui ci si sente a casa, ecco il senso dell’aggettivo danese hygge: questa è anche l’ispirazione dietro al progetto “Scuole Felici”. Sentirsi come a casa, in fondo non è questo che desideriamo per i nostri figli? Non si tratta di una preoccupazione dettata solo dal bisogno di sicurezza, in realtà le ricerche sul campo da anni indagano il fatto che in un ambiente sereno e familiare l’apprendimento accade con più velocità e risultati migliori. Sì, quando ci sentiamo intimamente tranquilli impariamo e lo facciamo con più sicurezza, voglia e ispirazione.
“I bambini apprendono sempre” scrive l’autrice, che continua scrivendo – pagina 37 – “È abolito il fare tanto per fare”. Ecco, se potessimo trasferire questa idea a tante scuole sparse nel territorio nazionale forse si potrebbe generare, nella vita di tutti i giorni, una nuova filosofia che nasce dalla pratica osservazione della realtà. Apprendiamo ogni attimo: i bambini ancora di più, hanno occhi spalancati sul mondo e hanno fame di sapere. Sapere come funzionano le cose, come sono fatte, fame di sapere tutto del mondo: quello fra 0 e 7 anni d’età è un momento estremamente fertile in cui la curiosità verso ciò che ci circonda è sfrenata. Forse al di là degli sterili dibattiti sulle schede da colorare l’interrogativo che dovremmo sempre cucire al nostro cuore quando abbiamo a che fare con bambini e bambine è chiederci se c’è il mondo dentro a quello che stiamo offrendo loro oggi, c’è la vita con tutte le sue sfaccettature e i misteri di cui andare in cerca?
Il libro “Scuole Felici” di Giovanna Giacomini si ispira al “Nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia” scritto da Jessica Joelle Alexander. Fra le parole chiave per la costruzione di questo approccio i valori che troviamo come bottoni sul filo dell’esperienza sono: fiducia, ascolta attivo, rispetto, flessibilità, coerenza, coinvolgimento, confronto, ispirazione, rispetto, cooperazione. Fra bambini, a scuola e nel dialogo fra scuola e famiglia.
L’incontro con il metodo delle scuole danesi
Come nasce l’idea di un servizio educativo 0-6 basato sul metodo danese? Ero molto curiosa di sapere dove fosse scaturito l’interesse verso le scuole danesi e come si fosse costruito nel tempo.
“Il primo amore per la Danimarca è nato in realtà per caso. Intorno ai 25 anni, mentre ancora studiavo pedagogia e insegnavo in una rigorosa scuola dell’infanzia cattolica come maestra ho fatto un viaggio spettacolare con il mio compagno di allora, un tour del Nord Europa. Partenza Copenaghen alla scoperta dei fiordi Norvegesi e rientro nella capitale della Danimarca. Durante il viaggio mi ha colta di sorpresa la bellezza dei paesaggi del Nord, le cittadine e i piccoli paesi perfettamente ordinati, con casette colorate. Nessuna recinzione, un minimalismo caldo e accogliente, moltissimi parchi gioco per bambini disseminati in ogni quartiere. Ho viaggiato in agosto ma le temperature per me erano ugualmente fredde. Eppure i bambini e le famiglie che incontravo erano all’aperto con semplici sandali (a volte a piedi nudi) e infangati per bene dalla testa ai piedi. A Copenaghen passeggiando per il centro abbiamo visto carrozzine e passeggini con bambini che dormivano beatamente all’esterno di bar, negozi e ristoranti senza nessun adulto a controllarli. Questo aspetto in particolare mi ha fatto scattare una scintilla. Da dove nasce la fiducia dei danesi? Come vivono i bambini in questa dimensione così libera? Nel tempo ho iniziato a studiare e documentarmi (molte ricerche sono solo in lingua inglese e non è facile avere una visione pedagogica di insieme. L’educazione danese è strettamente connessa allo stile di vita e non ci sono molti studi specifici di area pedagogica). Ho preso contatti con Jessica Joelle Alexander, scrittrice del libro “Il nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità“. Ho scoperto qualche anno fa che viveva a Roma con il marito (ora è tornata in Danimarca) e che parla piuttosto bene la lingua italiana. Si è dimostrata subito entusiasta all’idea di poter condividere le nostre idee sulla pedagogia danese. In particolare è stato interessante integrare le sue esperienze con la mia visione che stavo (e sto) sperimentando nella prima infanzia (0-6 anni). Tutto questo mi ha portato questa estate a tornare in Danimarca per un viaggio in famiglia che però mi ha permesso di fare tappa in alcune delle scuole danesi di periferia (nel bosco) e del centro di Copenaghen. Il mio obiettivo è riuscire a creare un ponte con alcuni di questi servizi educativi per creare uno scambio proficuo”
Giovanna Giacomini
La musica a scuola
Un aspetto interessante trattato nel libro riguarda l’esposizione ai suoni. I bambini adorano la musica, ne sono naturalmente attratti. Che musica facciamo ascoltare ai bambini? Questa domanda ha una risposta vitale. Un fatto importante di cui prendere consapevolezza è la qualità della musica a cui esponiamo i più piccoli: troppo spesso evitiamo di curare i brani e gli autori da far loro ascoltare che, invece, non solo rappresenteranno un patrimonio culturale per la loro vita, ma anche un patrimonio in termini di memoria condivisa a livello familiare. Attraverso la musica e i nostri brani preferiti possiamo raccontare storie, periodi della nostra esistenza, ballare, cullarci. Perché la musica ha il potere di influenzare le nostre emozioni: con la musica buttiamo fuori l’energia e, al momento giusto, con i brani giusti, calmarci e favorire il rilassamento.
“La musica ha una grande importanza. Se ci pensiamo bene il bambino è immerso nei suoni fin da quando è nel grembo materno: il ritmo del battito del cuore della mamma, la sua voce e i rumori intorno a lui sono un costante stimolo alla sua crescita. Soprattutto nella prima infanzia il bambino è naturalmente attratto dalla musica che, se ben selezionata, ha un effetto calmante e genera un profondo stato di benessere. Lo osserviamo spesso a Scuole Felici in particolare quando offriamo al bambino esperienze con la musica a 432 Hertz o i cosidetti rumori bianchi (Il suono di un torrente che scorre, il rumore costante del vento, il battito cardiaco o il rumore del phon o della lavatrice) oppure la musica classica.
I bambini reagiscono in modo diverso alle proposte musicali: alcuni sembrano preferire alcuni brani rispetto ad altri, ma è molto difficile generalizzare. Le proposte devono essere molto varie proprio per far si che si possano osservare attentamente le risposte dei bambini. Attenzione al volume! Che deve essere contenuto. Questa scelta musicale è preferita durante i momenti di rilassamento (come le lezioni di contatto o prima della nanna o al bisogno, quando il bambino manifesta il desiderio di un momento di tranquillità e vuole isolarsi dal gruppo o dal gioco, spesso per stanchezza). Durante le attività più creative, come ad esempio la pittura, la manipolazione, la costruzione, invece, si propongono tracce musicali come il jazz e la musica barocca. La musica Barocca (Bach o Vivaldi) crea un ambiente mentalmente stimolante, favorisce la concentrazione nei momenti dove i bambini sono impegnati in qualcosa. Esistono poi delle specifiche tracce sonore (versi degli animali, rumori dell’ambiente, suoni onomatopeici) che sono proposti in setting di gioco per promuovere la discriminazione uditiva e favorire lo sviluppo del linguaggio. Durante l’ascolto il bambino è lasciato libero di sperimentare, di muoversi liberamente nello spazio. Qualche volta mi è capitato di entrare in qualche nido o scuola dell’infanzia dove i bambini si trovavano in salone tutti riuniti con uno stereo accesso e le classiche canzoni da bambini (stile Zecchino D’Oro) a tutto volume. Questo ambiente rumoroso e caotico è esattamente quello che non si dovrebbe proporre ai bambini”Giovanna Giacomini
Passeggiata a 5 sensi
Il semplice fatto di uscire a passeggiare per un bambino (e non solo!) può trasformarsi in un’avventura dei sensi. Ecco uno spunto tratto dal libro “Scuole Felici” di Giovanna Giacomini, un viaggio sensoriale: segnalibro a pagina 120.
Immagina di essere un… (nome dell’animale). Ascolta. Cosa senti da questa parte? Concentrati sui suoni più forti, ma anche su quelli più deboli (…) Tieni gli occhi chiusi e annusa il vento con il naso. (…) Cosa senti sotto le mani? E sotto i piedi? …
Immaginare di essere un animale, immersi nella natura vivida di un prato, può diventare anche l’occasione per sperimentare il corpo, fare stretching e stiracchiarsi. Dimenticare le scarpe e sentire la terra sotto i piedi, allungarsi e stiracchiarsi. Meditare e contemplare. Assaggiare il silenzio. Il viaggio della consapevolezza inizia così: quando ci fermiamo e iniziamo a sentire. Con i sensi all’erta cominciamo ad accorgerci del mondo fuori e del mondo dentro e… che in mezzo ci siamo noi, il nostro respiro che ci porta dentro e fuori.