Dicembre 1888
Chissà che tempo faceva quel giorno,
io vedo una pipa
su una sedia impagliata.
L’aria è azzurra, fa pensare a quelle giornate di dicembre con il cielo blu
così terso,
trasparente.
La pipa è di un ragazzo,
ha la barba rossa
viaggia
con in tasca pochi soldi e molti sogni.
Anzi, forse uno solo. Esprimere il cuore,
lanciarlo via, libero.
E l’amore, incontrare l’amore.
Ecco, vedi: sono già due.
O forse sì, solo uno
Amore, passione, espressione
colore
sogno. La capacità di tenere in mano e inseguire
i propri sogni, quello che ci fa battere il cuore
Quel ragazzo si chiama Vincent,
è arrivato da lontano, dal nord
in una piccola città del sud affacciata sull’acqua,
sarà per questo che l’aria sembra sempre azzurra qui,
anche quando inverno e pizzica un po’ il naso
a Arles,
nel sud della Francia
c’è una casa
dentro questa casa
c’è una stanza
è qui che ha vissuto quel ragazzo
di nome Vincent
con tutti i sogni,
che portava fuori ogni giorno per liberarli
fra il vento e l’acqua del canale, dove
le lavandaie sciacquavano i panni per ore
con le dita arrossate e
d’estate il giallo negli occhi
campi di grano e girasoli
corvi neri come presagi di brutti pensieri
nel blu del cielo della mente.
Fra le dita teneva tutti i colori,
li cullava nella testa e poi dentro al cuore,
di notte,quando nessuno sentiva.
Credeva si essere solo quel ragazzo
arrivato da lontano
un signor nessuno,
invece
i suoi sogni sono arrivati fino a qui