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Cose da fare con i bambini in estate

Un piccolo annaffiatoio e i nuovi vasi di fiori da curare giorno per giorno

Imparare il senso del tempo da una pianta che nasce e cresce, non importa se non c’è il giardino: basta un davanzale

Andare a inseguire le lucciole nelle notti di giugno

Lavare le tazze della colazione stando ben attenti a quelle che si rompono e poi trasformare il lavandino in lago e bicchierini o vecchi gusci di noci in barche

〰️Usciamo!
Adesso andiamo a letto?
〰️Non ancora. Guarda. Se guardi in alto ci sono le lucciole. E le stelle, tantissime
Un’amaca. Una notte d’estate. Una piccola chitarra.
E se chiudi gli occhi ti addormenterai ascoltando i grilli

Colorare. Colorare con le tempere i sassi, anche quelli belli piatti e larghi del giardino, da lasciar colorare sopra il colore che tanto non importa, colorare con i pennarelli e i pastelli quando fa troppo caldo per dormire, colorare con i colori alimentari e il ghiaccio o con le piante per spremerle e farne inchiostri naturali, colorare con gli acquerelli leggeri leggeri di sera, prima di andare a dormire, quando ancora non arriva il sonno e in un attimo è tutto pulito per la buona notte

Tagliare il melone, la frutta e i pomodori per il pranzo. Impastare il pane perché è divertente e fare la salsa guacamole con l’avocado per la merenda

“Pensate a un bambino che, per la prima volta, vede un altro bambino fare una capriola: nel suo cervello, in modo automatico, si attivano gruppi di neuroni che elaborano lo schema di movimento che, fino a quel momento, il bambino-osservatore non ha mai compiuto.
Lo schema implica sequenze muscolari come puntare le braccia, raccogliere il corpo, estendere le gambe, flettere la testa, compiere un giro su se stessi, ritornare in piedi.
Nessuna parola riuscirebbe a trasmettere al bambino l’informazione necessaria per descrivergli la capriola, nessuna astrazione è in grado di emulare la concretezza del movimento: il bambino deve provare, azzardare la sua prima capriola, anche se quella capriola è stata in qualche modo già preparata dai neuroni specchio che hanno interiorizzato le sequenze motorie necessarie.”
A. Oliverio

Andare al parco giochi, da soli e in compagnia. Fare un passo indietro, noi “grandi”, e restare a guardare loro, i “piccoli”: loro che quando nessuno li guarda intessono relazioni, si fanno domande, si comprendono fra loro con piccoli e grandi discorsi. E si osservano: sì, perché tante abilità nascono proprio così, osservando quelli che sanno già fare una certa cosa. Per quante spiegazioni tu possa leggere, non c’è nulla come vedere qualcuno che ti mostra quella cosa mentre le fa e i bambini in questo sono bravissimi insegnanti: sia fra loro sia a noi non ripetono altro che “guardami.. guarda cosa so fare”.

Fare yoga! Sì, soprattutto nelle ore di afa o per sgranchirsi la mattina. Ai bambini non servono troppe teorie, ma da bambini siamo dotati di un’incredibile elasticità che tendiamo gradualmente a perdere nel trascorrere degli anni: basta qualche libretto o delle fotocopie, soprattutto appendiamole in casa in posti dove sono visibili. Basta qualche istante ogni giorno, i piccoli si divertiranno a rifarle guardando la figura (noi ci proveremo e sarà un buon esercizio stretching per le nostre schiene). Conservare anche solo un briciolo di quell’elasticità sarà un dono meraviglioso

Uscire a fare una passeggiata, che sia nel bosco, in spiaggia o nel quartiere. Uscire a piccoli passi e senza fretta, pronti a non sapere quando si farà ritorno: questo è lo spirito dei piccoli esploratori e loro, i bambini, lo sanno benissimo. Siamo noi che abbiamo fretta, abbiamo commissioni, programmi e percorsi. Che bello lasciare che i piani si disfino tutti, almeno quando siamo liberi. Uno zainetto, la coperta per sedersi, qualcosa da mangiare e qualcosa da bere, una palla, qualche gioco semplice e da condividere come vasetti di didò e qualche macchinina. Potremmo metterci anche ore da qui all’angolo, ci sono così tante cose da osservare, o magari per assurdo tornare indietro subito: non importa, non è il dove a fare la differenza, è lo spirito di osservazione, il fermarsi e guardare il mondo, chiacchierare, osservare il camion che porta via i rifiuti, raccogliere sassi da colorare e fiori da mettere subito in un libro, sentire che rumore fanno i passi sopra gli aghi di pino, accarezzare un cane, passare a comprare del pane

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