Arte pericolosa

〰️Mami, guarda forse prima facevi un’altra cosa perché qui c’è un fucile e questo spara ai cinghiali come fanno i cacciatori

Vieni, ti racconto una cosa. Questo innanzitutto non è un fucile ma una pistola, si chiama revolver. E non è l’unica cosa che c’è su questa borsa: c’è anche lui, lo vedi, su questa striscia di tessuto ritagliato come una fototessera. Lui si chiamava Andy.
Andy Warhol. Un giorno una donna di nome Valerie Solanas lo ha incontrato e gli ha sparato. Questo è ciò che racconta la borsa, che l’arte a volte è più pericolosa della guerra. Perché gli artisti la rivoluzione la fanno da dentro, cambiano la storia trasformando la coscienza.

〰️E lui, è morto?

Adesso sì, è passato tanto tempo. Ma non è morto per il colpo di rivoltella. È sopravvissuto e ha continuato a fare quello che faceva: creare. Inventare mondi. Reinventare il mondo che vedeva, questo è quello che fa un artista. Ed è per questo che l’arte fa paura. Perché è più rivoluzionaria della guerra.

La rivoluzione che creano gli artisti è dentro. Una volta che inizia niente è più uguale perché ti insegna a vedere nuovi mondi dentro quelli che già esistono e ti racconta il più grande atto di ribellione: il fatto che puoi percorrerli tutti, non c’è limite alla libertà. Non ha limiti l’immaginazione.

Sul lunedì e sulla mia nuova vecchia borsa, la preferita dell’università, ritrovata nell’armadio .

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