Acquazzone
La notte e il temporale,
il cane che si addormenta nella vasca per il bagnetto di quando lui era piccolo
il vento, i tuoni e ancora il vento.
Svegliarsi a bere e poi restare addormentati suo divano, arrotolati nel plaid morbidi con i sogni che si nutrono di fumetti e libri sparsi sul tappeto.
Svegliarsi con il papà che bussa alla porta sotto l’acqua e torna a casa dal lavoro presto.
Svegliarsi con la pioggia che passa e poi riprende, a momenti.
Il caffè versato, il pane tostato, l’avocado, l’olio e il pane, tu che assaggi la pasta di mandorle trovata in frigo, la canina che dorme ancora sulle scale, il papà che recupera ore di riposo. Le ore di luce del mattino che schiarisce lentamente, le nuvole e le foglie cariche di pioggia, il silenzio.
Il profumo dolcissimo delle siepi di fine estate nella mattina di pioggia, le erbe selvatiche e la menta che invade il vialetto. La malvarosa altissima rosa come l’alba, i lasciti di chi parte: gerani, basilico che sta ancora crescendo e il timo trasferito in un vasetto di coccio che terrò sul davanzale tutto l’inverno. La strada che si asciuga lenta, l’autunno all’orizzonte.
Tu che ti lasci infilare la tua tuta blu impermeabile e mi dici 〰️usciamo a fare una passeggiata. Perché non c’è più nessuno? L’estate sta finendo, ci cantano ancora nelle orecchie i Righeira. Il lunedì, le case delle vacanze con le imposte chiuse, il sole che va e viene, a tratti. Noi camminiamo a piccoli passi e facciamo gli esploratori.
Le chiocciole con il loro guscio mimetico lungo la stradina e poi appoggiarne una piano piano sul muro della fontana, vedere che si arriccia e attacca, come l’angolo di un minuscolo fazzoletto ricamato
I sassi, i muretti dove camminare 〰️io non cado, le galline e il gallo con le sue penne nere e verde smeraldo
Mettere le mani nell’acqua della fontana, navigare con l’immaginazione e un bastoncino trovato a terra
Osservare una girandola nel vento
Guardare il muschio come è fatto
Portare fino a casa due uova bianche bianche,
esercizio zen di equilibrio