I piedi sono venuti dopo, le mani anche.
All’inizio ci sono state le foglie.
Mille respiri che si muovono intorno, sono le foglie dell’acero del giardino scompigliate dal vento.
Quando le guardavi all’inizio della tua vita era estate, colore verde, adesso ti stupisci perché è passato solo un attimo eppure ora le vedi cambiate, stregacomanda colore… giallo! Autunno è arrivato.
A testa in su, dentro una culletta dove ora non stai più, minuti interi hai passato a osservare.
Adesso afferri. Allunghi una mano e accade,
Ah sì, è vero. Me n’ero scordato, si muovono se ci penso davvero, se mi concentro sul serio.
Sono pezzi di me. Mani e piedi, si chiamano.
E adesso cos’è questa fantastica cosa che fa rumore?
All’inizio del Novecento, che per te è molto più di un secolo fa, a un portinaio viene in mente di mettere insieme un ventilatore, una scatola e una spazzola. Prima ancora ci aveva provato una coppia di Chicago, collegando un tubo a una pompa agganciata a una carrozza di cavalli.
Il portinaio, che sta in un posto molto lontano al di là del mare e anche dell’oceano, l’Ohio, vende il brevetto a suo cugggino… Il signor Hoover.
Il resto è storia. Il nome di questa invenzione rivoluzionaria per la vita domestica è ASPIRAPOLVERE.
Un giorno ci sono buone probabilità che la odierai. Ma non ti preoccupare, prometto solennemente che eviterò di passarla di domenica mattina
“Che bello, se piove porteremo anche l’ombrello”
Stefano Rosso
Si chiama ombrello, ma la pioggia ha incrociato la sua vita solo per caso. Dall’Estremo Oriente, dove era simbolo di nobiltà, all’antico Babilonia si passeggiava con l’ombrello sotto il sole. Immagina compassati dignitari cinesi fra i vicoli di terra, camminare compunti a piccoli passi; intorno la folla dei mercati d’Asia, bambini a piedi nudi che corrono e sbattono contro le gambe, si nascondono fra le ceste intreciate. Chi urla, chi vende pesci vivi e tartarughe per il brodo. E loro, lenti, solenni, passano invisbili protetti dal tenue cono d’ombra del piccolo ombrello dipinto. Era il XII secolo a.C. e sembra il popolo cinese sia stato fra i primi a usare l’ombrello parasole. A trovare il suo uso come parapioggia la Roma imperiale, dove inizia a essere usato per proteggersi dalle intemperie. Poi l’ombrello viene dimenticato; resta lì, trascurato in un angolo come è facile dimenticarsene dopo la pioggia proprio nel punto in cui è finito l’acquazzone.
Passano i secoli, cinquecento anni, ed ecco che poi arriva uno che se ne ricorda. To’ guarda com’è comodo uscire a passeggiare con l’ombrello.