Sono passati 23 anni da Dayton: l’accordo raggiunto il 21 novembre in Ohio e sottoscritto tre settimane dopo a Parigi scrisse la fine della guerra fra i Paesi dell’ex Jugoslavia.
I Balcani vengono ridisegnati e questo processo è continuato nel tempo, perché le frontiere non sono realmente qualcosa che si tocca con mano. Contrariamente alla realtà che le mappe tentano di illustrare, i confini non sono una linea tracciata sulla terra. Le frontiere vivono nei cuori e nelle coscienze, si nutrono delle differenze e delle storie, si annacquano e confondono, attraversate dai passi di chi li calpesta per arrivare là, un po’ più in là. Attraverso le frontiere scriviamo la nostra identità, delineando il confine fra ciò che siamo e non siamo più, o non siamo mai stati.

prendo appunti sul Tempo da tutta la vita. Perché viaggiamo attraverso lo spazio, eppure non siamo altro che viaggiatori del tempo, persi nella geografia del nostro divenire