La filosofia della gentilezza è un modo di stare al mondo: essere gentili, una sfida. Ecco la rivoluzione: a bassa voce, con un sorriso
Ci sono delle cose che dovremmo tenere a mente e una di queste, insieme alla gratitudine, è la gentilezza. Sulla gratitudine ci hanno scritto dei libri, compresa Oprah (Winfrey), che a dire il vero ha avuto una vita per niente facile e se non fosse per qualcosa di più che una sterile analisi dei fatti probabilmente sarebbe ancora immersa nelle sabbie mobili del rancore. Sì, la rabbia ci divora da dentro: ci smangia e consuma l’impossibilità, o almeno il crederlo tale; ci logora l’eterna attesa, la tristezza che deprime, la pioggia che intride, il rimorso, il rimpianto, la nausea di tutto. La sensazione che avrebbe potuto essere meglio, sempre e comunque.
La meditazione ti fa fermare e vedere quello che vivi, qui e adesso, sof/fermarsi a respirarlo, soffiarlo via, incamerarlo
è esattamente quello che succede quando sono grata. Mi fermo e lo vedo, tutto ciò che ho vissuto: entra nel naso, in gola, riempie i polmoni.
A volte è forte, troppo forte; fa pizzicare il naso, gli occhi, la pelle. Fa scendere il naso e ridere, piangere, in una parola: emozionarsi.
Piange o ride, non si capisce quale delle due, ha detto oggi un bambino parlando di uno più piccolo che voleva aiutare.
Ecco, non diciamocelo. Importa davvero dare il nome a tutto? Malinconia, disperazione, attesa, felicità, trepidazione, quante sfumature infinite tutto quello che possiamo provare. Ci hanno detto che importante saper leggersi dentro, ma magari è tutto questo e ancora molto altro.
Questo è il punto. Non mi forzo. Non mi sforzo. Quando smettiamo di farlo allora iniziamo a essere gentili con l’ultimo degli ultimi: noi stessi. Noi, che siamo quelli che ci giudichiamo. E arranchiamo, corriamo, non ci bastiamo, ci allunghiamo, ci facciamo piccoli o grandi a seconda del caso.
Gentilezza, una parola bellissima.
Che cosa ci vuole nella vita? Più gentilezza.
Sembra che la parola “gentilezza” indichi l’appartenenza alla stessa gente, a un medesimo gruppo sociale. I bambini in questo a volte sono giudici terribili: devi entrare nel cerchio per poter essere trattato con gentilezza, devi osare e giocartela, devi volerlo e rischiare.
Abbiamo questa idea di dover tirare fuori il meglio da noi stessi e dal mondo. Invece basterebbe vedere quanto siamo già tutto questo e oltre, altro.
Eravamo bellissimi, quando abbiamo iniziato a percorrere questa strada, appena precipitati su questa sfera azzurra chiamata Terra.
Siamo bellissimi e nessuno ce l’ha mai detto.

prendo appunti sul Tempo da tutta la vita. Perché viaggiamo attraverso lo spazio, eppure non siamo altro che viaggiatori del tempo, persi nella geografia del nostro divenire