Settembre

Maddalena De Bernardi

Il primo di settembre, l’ultimo dell’estate: sapore intenso del weekend come l’impronta calda che rimane per ore sulla pelle quando sei stato troppo al sole, intenso come il morso succoso e giallo all’ultima pesca di stagione, malinconico no, che ancora ci illudiamo di cieli azzurri e lasciamo la testa fra le nuvole, voglia di fare e girare in questa strana estate dopo la primavera blindata dellw quarantena. E poi stare fermi a osservare la gente. La voce lontana del mare che sussurra. Le ore del tempo insieme e il pomeriggio senza orologio. Io che faccio le scale e poi torno indietro, mi fermo dietro la porta in segreto per sentire se è tutto ok, se si divertono. I pantaloni a righe blu, le magliette gialle, gli urli nella notte, ragazzetti che si arrampicano sul cancello e vecchi vicini di casa davanti a un caffè, con le tazzine belle e il pizzo sotto. Il profumo della bouganville, rosa e bianca, che si sfalda al sole. L’acqua troppo fredda e lui che anche se è piccolo non batte ciglio. E brindiamo alla vita, ai nuovi progetti che settembre chiama fare… E agli imprevisti.
Che cosa sarebbe la vita senza l’imprevedibilità degli imprevisti?

View this post on Instagram

Il primo di settembre, l'ultimo dell'estate: sapore intenso del weekend come l'impronta calda che rimane per ore sulla pelle quando sei stato troppo al sole, intenso come il morso succoso e giallo all'ultima pesca di stagione, malinconico no, che ancora ci illudiamo di cieli azzurri e lasciamo la testa fra le nuvole, voglia di fare e girare in questa strana estate dopo la primavera blindata dellw quarantena. E poi stare fermi a osservare la gente. La voce lontana del mare che sussurra. Le ore del tempo insieme e il pomeriggio senza orologio. Io che faccio le scale e poi torno indietro, mi fermo dietro la porta in segreto per sentire se è tutto ok, se si divertono. I pantaloni a righe blu, le magliette gialle, gli urli nella notte, ragazzetti che si arrampicano sul cancello e vecchi vicini di casa davanti a un caffè, con le tazzine belle e il pizzo sotto. Il profumo della bouganville, rosa e bianca, che si sfalda al sole. L'acqua troppo fredda e lui che anche se è piccolo non batte ciglio. E brindiamo alla vita, ai nuovi progetti che settembre chiama fare… E agli imprevisti. Che cosa sarebbe la vita senza l'imprevedibilità degli imprevisti?

A post shared by Biblioteca del Tempo (@bibliotecadeltempo) on

STAMPA

Recommended Posts

domenica-primavera-aprile
Momenti

Cose di una domenica di inizio primavera

svegliarsi alle sei e guardare la giornata che si srotola piano piano come un tappeto magico e alle nove ti sembra di aver vissuto già molto i primi germogli rossi dei gerani che sono fioriti dentro casa, attaccati al vetro della finestra a guardare sempre il sole lavare le fragole sotto l’acqua corrente e mangiarle […]

Maddalena De Bernardi 

Leave A Comment